ANCONA – Giornalismo e pubblicità: l’Ordine dei Giornalisti delle Marche lancia un allarme: «Troppi casi di commistione tra informazione e pubblicità, soprattutto con il dilagante fenomeno dell’informazione a pagamento nelle Tv private. Il giornalista non può prestare la sua immagine per spot o comunicazioni pubblicitarie: ciò costituisce violazione etica che sarà sanzionata sul piano disciplinare».
Scrive l’Odg: «Troppo spesso il cittadino non è messo in grado di capire se la notizia inserita su un giornale o un Tg ha natura esclusivamente informativa o se invece è proposta solo come una merce e la pubblicazione è avvenuta dietro un corrispettivo. Fenomeno questo che, purtroppo, è diventato prassi in alcuni periodici e in molte emittenti televisive. I giornalisti, inoltre, sono pesantemente e insistentemente pressati ad assumere funzioni che non spettano loro e che, in ogni caso, mettono a rischio l’autorevolezza e la dignità del lavoro giornalistico».
L’Ordine dei giornalisti delle Marche ricorda che già nel 1988 è stato firmato un protocollo con le organizzazioni del settore pubblicitario (recepito nel contratto di lavoro) che prevede una trasparente separazione fra notizie e pubblicità, formulando e applicando rigorose norme di comportamento che prevedono la chiara e netta distinzione fra testi giornalistici e messaggi a finalità commerciali..
«Richiamiamo i direttori e tutti gli iscritti al dovere di esercitare la professione al di fuori di possibili condizionamenti, in piena libertà di giudizio e di scelta, con l’unico intento di informare il lettore con onesta e in piena coscienza» si legge nella nota stampa.
«Il fenomeno sta assumendo dimensioni gravissime e inaccettabili in alcune Tv private – continua l’Odg Marche – Abbiamo ricevuto segnalazioni e proteste per richieste di compensi per la copertura giornalistica anche di eventi di grande interesse generale».
«L’Ordine dei giornalisti delle Marche sottolinea che la responsabilità, oltre che del singolo giornalista, è in primo luogo del direttore responsabile che ha l’obbligo, per legge, di controllare anche i testi pubblicitari per evitare (come più volte sanzionato dall’antitrust) che i lettori siano ingannati dai messaggi pubblicitari spacciati in maniera truffaldina per articoli – conclude la nota – Questo comportamento è un tradimento della professione giornalistica e il Consiglio dell’Ordine dei giornalisti delle Marche agirà con la massima fermezza per far rispettare le basilari norme etiche della professione e le leggi della Repubblica. Nei confronti di chi si renderà responsabile di queste gravi violazioni etiche l’Ordine dei giornalisti delle Marche interverrà sul piano disciplinare con sanzioni che, nei casi più gravi, possono arrivare fino alla radiazione».