SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Daisaku Ikeda diventerà cittadino onorario della città delle palme, durante il neonato Festival della Pace che si celebra il 18 giugno, anniversario della liberazione cittadina dal nazifascismo.
Ma c’è chi dice no, come il direttivo comunale di Forza Italia, che per voce del consigliere comunale Bruno Gabrielli lancia un’invettiva contro la nomina del presidente della Soka Gakkai, associazione buddista fondata nel 1930 per la diffusione di ideali di pace, cultura ed educazione (fra i documenti allegati, la motivazione ufficiale fornita dal Comune: Ikeda tuttavia non potrà presenziare alla manifestazione).
«Basta vedere su wikipedia per capire come Ikeda sia un personaggio controverso. La Soka Gakkai è stata spesso al centro di polemiche, il Dalai Lama non la riconosce, in Italia è stata inclusa in un rapporto della Direzione centrale polizia di prevenzione redatto nel 1997 fra le sette religiose e i nuovi movimenti magici».
In effetti, a fianco di numerosi riconoscimenti ufficiali ricevuti in tutto il mondo da Ikeda (fra cui anche quella di Grande Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana), l’associazione buddista da lui presieduta ha ricevuto anche accuse di settarismo, accuse mosse soprattutto da ex membri: in particolare, si parla anche di spinta ad acquistare oggetti commercializzati dalla Soka Gakkai e meccanismi di condizionamento mentale analoghi a quelli di altre sette.
«In Giappone vige la pena di morte, ma non risulta che la Soka Gakkai si sia mai opposta», insiste Gabrielli, che passa poi a una contestazione nel metodo del riconoscimento: «Il sindaco ha informato i capigruppo dei partiti una volta che la decisione era stata già presa».
Forza Italia, poi, anche per voce di Andrea Assenti, Rino Bastarelli e Franco Ruggieri, minaccia addirittura “barricate” se venisse deciso di parlare nelle scuole cittadine delle attività pacifiste della Soka Gakkai.
«Perché piuttosto il Comune non pensa a dare un riconoscimento ai tanti missionari cristiani che operano per la pace?»: questa la conclusione dell’invettiva azzurra.