SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Avevamo scritto di Raffaella Benetti che aveva dato emozioni delicate e profonde e che la sua interpretazione della malinconica e introspettiva opera musicale della cantante francese Barbara aveva un tocco di eleganza e di autentico talento musicale. Abbiamo scritto che il pubblico, non numeroso come la sera precedente, ha ascoltato in riverente silenzio e applaudito commosso.

Così la pensa anche Pier Giorgio Camaioni, che scrive un commento alla serata in cui si leggono le stesse emozioni cui anche noi desideriamo rendere omaggio.

«RAFFAELLA BENETTI: ALTRO CHE SERIE B. Rischiava, Raffaella Benetti. Senza un nome victorioso, senza aloni cinematografici d’élite, senza inseguimenti in conferenze stampa, senza papaveri in prima fila.
Senza colori. Anche Nespolo pareva averla scordata nell’allegro manifesto.
Senza biglietto pagante. Quasi sans-papier.
Senza ballerini con botti di tacchi sul palco di legno, senza rutilanti abiti in cui inciampare, senza musicisti virtuosi e capricciosi, senza sponsor di marmo, senza sindaci. Senza ritmi di tori, senza corse, senza attese. San Benedetto come Nantes. Il nuovo Concordia quieto. Dopo il Macario guerriero ed elegante a sguainar parole, voilà Raffaella/Barbara/Ferré. Quelli giusti.
Noi, attenti: abbiamo ascoltato la Francia del nord, respirato la Parigi che non era di moda, passeggiato tra i libri della rive-gauche.
Raffaella scalza. Normale. I “musicisti in fuga” di Paolo Conte: tre ombre sicure, nessuna ricerca d’applausi, occhi che si parlano.
Raffaella mai attrice. Solo artista.
Altro che Ô la la!. Merci»

Riportiamo un estratto del concerto per confermare la nostra opinione e per ricordare che la musica è un arte complicata, ma estremamente semplice nella sua matematica essenza. Il segreto del successo di un film, spesso, è nei titoli di coda, il segreto della musica è nel contrappunto delle note, più che nell’arrangiamento, nella voce che canta più che in quella che recita.

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Riprese e montaggio di Emily Forlini.