SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Se l’esibizione di Victoria Abril, che vantava musicisti di talento indiscutibile, aveva portato una ventata di freschezza più che una particolare dimostrazione di talento canoro, “Femme Piano” di Raffaella Benetti, che ha chiuso, domenica 8 giugno, il Festival Ferré 2008, è stato un evento di grande ispirazione e di raffinata musicalità.
Forse la chanson di Barbara non è così diretta e popolare come il ritmo flamenco e pertanto rimane un’artista di nicchia, forse il suo messaggio non è così direttamente fruibile e forse è per questo che il Concordia non si è riempito come la sera precedente nonostante lo spettacolo fosse di alto livello, ma le parole della sua musica, tradotte dalla stessa Benetti, hanno sicuramente raggiunto il cuore dei presenti.
Raffaella ha ipnotizzato il pubblico con la sua capacità di interprete, trasportandolo in una Parigi viva di arte, etoiles e segrete emozioni.
Apre il concerto con un omaggio a Léo Ferré, cantando “Barbarie”, da sola al pianoforte, proprio come era solita fare l’artista francese, poi inizia il viaggio nel mondo di Barbara: “Nantes” in cui ricorda il viaggio per l’ultimo addio al padre, “Dì, quando tornerai” che parla dell’amore e della lontananza, “La solitudine” e “Ma plus belle histoire d’amour”, dedicata al pubblico che non l’aveva mai abbandonata neanche prima della fine, quando aveva perso la voce e smise di cantare.
Il recital ha ripercorso, attraverso brani e frammenti di biografia, le fasi della vita di questa artista cupa, ma con una risorsa immensa di immagini evocative e profonde espresse nella poetica delicata delle sue canzoni, attraverso le quali raccontava se stessa, i suoi amori e la sua solitudine.
A fine spettacolo, Giuseppe Gennari insieme a Mauro Macario (che ha introdotto la serata recitando un brano dedicato a Ferré) e Maria Cristina Ferré ha consegnato a Raffaella Benetti la Targa Léo Ferré 2008, assegnata a Barbara per “aver immortalato in poesia e musica il mistero passionale e intelligente della femminilità”.