ANCONA – «Per me le miniere sono state uno scandalo dell’epoca. Estrarre il carbone nelle condizioni in cui si era obbligati a lavorare in Belgio è stato un crimine contro l’umanità».
Sono alcuni passi di “Marcinelle: memorie, sussurri e note“, lettura teatrale – a cura della giornalista marchigiana Paola Cecchini e di Carlo De Foi – che è andata in scena per la Festa della Repubblica del 2 giugno, al teatro “Pier Paolo Pasolini” di Casarsa della Delizia a Pordenone.
Lo spettacolo, tratto dal libro “Fumo nero-Marcinelle 1956-2006“, scritto dalla stessa Cecchini, ed edito dalla Regione Marche, è stato organizzato dall’Associazione Nazionale Ex Minatori (Anem) e dall’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi del Lavoro (Anmil).
Il libro, patrocinato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e dal Ministero degli Italiani nel Mondo, è stato presentato a Bruxelles presso il Parlamento Europeo, ricostruisce due eventi importanti per la storia dell’emigrazione italiana in Belgio: il cinquantenario della tragedia mineraria del Bois du Cazier a Marcinelle (8 agosto 1956) e il sessantenario della stipula del Protocollo italo-belga (23 giugno 1946), passato alla storia come “accordo uomo-carbone”.
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Mi commuove già solo sentir parlare dei marchigiagiani partiti negli anni 50' per le miniere di carbone… mio padre è stato uno di quelli ed era ad aiutare i suoi amici a Marcinelle quel terribile otto agosto, lui lavorava in un'altra miniera a Charleroi, ma quel giorno mi raccontava mio padre, sono partiti tutti per salvare il salvabile… Ricordo lui quando tornava a casa, ero piccola e mi faceva paura poichè non lo riconoscevo, tornava nero dalla testa ai piedi. Lui diceva di essere stato fortunato perchè tutti i suoi amici erano già morti, mio padre invece è morto a… Leggi il resto »
Anche mio padre decise di partire nel '51 alla volta delle miniere di Chaleroi.. Anche lui poi con grossi problemi ai polmoni per la silicosi e morto di tumore.. Ricordo nei suoi racconti però tanta dignità, fierezza, senso di solidarietà. Sono stati eroi del dopoguerra, veri cavalieri del lavoro, grandi uomini..