CASTORANO – Un prato di cuoricini rossi che si perdono nell’universo cromatico che li accoglie, come fiori o stelle cadenti. Questa e altre variazioni sul tema dell’amore nella mostra dell’artista giapponese – il primo che espone nelle Marche – Shinya Sakurai, ospitata da Castorano proprio in questi giorni e fino al 31 di agosto.

Un semplice segno universale che avvicina l’espressione pittorica di Sakurai alla cultura Pop nel suo significato originale, diffondendo in maniera diretta, efficace ma originale, il messaggio sentimentale delle opere. Nell’universo a cuori del pittore giapponese ci sono i colori di Hiroshima, il suo cuore, quello sconosciuto all’immaginario comune.

L’esposizione, intitolata proprio “Love from Hiroshima”, è patrocinata dal comune, dalla provincia di Ascoli Piceno e dalla regione Marche. L’organizzazione è curata dall’Associazione Colline a Vapore.
Shinya Sakurai, laureato in belle arti all’università di Osaka, lavora e vive a Torino. In Italia e all’estero ha già allestito diverse mostre personali e collettive, ricevendo anche diversi riconoscimenti, tra cui il Premio Internazionale d’arte giovani Olindo Canosso, come artista segnalato nel 2005 e il terzo premio al Concorso di pittura “Borgo piazza” di Fossano (CN).
Nella location medioevale della Torre Civica di Castorano, l’artista esporta tecniche pittoriche giapponesi antiche e moderne.
Nelle sue opere sono rintracciabili diversi livelli di lettura legati anche alle metodologie utilizzate: i cuoricini, dal rosso intenso, sono applicati in rilievo e sullo sfondo gocciolature di colore si alternano alla stesura uniforme di tinte cupe o vivaci. Il mondo utopico di Sakurai è fatto di armonia di colori e amore a forti tinte, rappresenta il sogno di perfezione e sintonia della moderna società metropolitana, quello del consumismo popolare. I colori del Giappone che nella maniacale ricerca tecnologia e nelle perfette armonie cromatiche del genio fantasioso, simula la realtà.
Ma il contesto in cui pulsano i cuoricini di Hiroshima è impregnato anche della raffinatezza della tradizione che si esprime nell’utilizzo dello Shibori, un’antica tecnica di tintura della stoffa che fu in auge intorno all’era di Edo, l’odierna Tokyo, e che consiste nel legare o manipolare il tessuto e immergerlo in un bagno di tintura che crea una fantasia astratta. Così prendono vita le sfumature da cui la miriade di cuoricini rossi si stacca con allegria, protendendosi verso l’osservatore, quasi come un gesto d’amore.