Da Riviera Oggi n. 727

ACQUAVIVA PICENA – «La perdita di un patrimonio storico come il convento di San Francesco è il risultato di una scelta politica: non hanno ritenuto opportuno tutelarlo».
Parole di fuoco dall’esponente dell’opposizione Daniela Straccia, secondo cui l’attuale amministrazione sarebbe responsabile dello stato di abbandono del convento adiacente alla chiesa francescana del 1200 restaurata e restituita al culto alla fine degli anni ottanta.

Il centro spirituale è stato recentemente venduto alla ditta Audax Srl dalla famiglia romana che lo possedeva. L’’impresa ha tutti i permessi necessari per trasformarlo in affittacamere e «il Comune non è riuscito a trovare i fondi necessari per acquistare un monastero, diventato ormai parte della storia degli acquavivani», afferma la Straccia.

Scelte politiche sbagliate, a suo dire, che avrebbero determinato la perdita e la mancata valorizzazione di beni architettonici importanti che lo storico centro medievale acquavivano possiede.
La mancanza di fondi utilizzata come giustificazione per i mancati investimenti e le mancate tutele? «Il Comune di Acquaviva è l’unico che non ha avuto dei finanziamenti europei, per non parlare dei fondi regionali persi per non essere stati in grado di presentare dei progetti adeguati. Il convento – ci spiega la Straccia – è il risultato di tutte queste scelte politiche, del disinteresse, della mancanza di regole, della speculazione edilizia che sta condizionando pesantemente il nostro sviluppo urbanistico: anche l’ultimo Piano Regolatore è stato variato recentemente. Nell’ultimo Consiglio comunale è stato presentato un bilancio di previsione ingessato e soprattutto il Comune ha richiesto un mutuo di 1 milione e 600 mila euro per l’acquisto di opere d’arte e per la realizzazione di diverse opere pubbliche. Si tratta sicuramente di opere meritevoli di finanziamento ma un bravo amministratore è anche quello che riesce a trovare i fondi senza necessariamente ricorrere al mutuo».

Il convento di San Francesco è stato abbandonato e ormai rischia di crollare, l’amministrazione comunale non lo ha ritenuto meritevole di tutela e soprattutto non ha ritenuto opportuno acquistarlo o almeno preservarlo da una sicura trasformazione di destinazione d’uso: l’edificio storico diventerà una struttura ricettiva.
«Le scelte urbanistiche stanno trasformando Acquaviva in un paese dormitorio, non siamo in grado di investire nelle risorse che il nostro tessuto medievale ci ha lasciato – conclude l’esponente dell’opposizione – l’attuale amministrazione è in carica ormai da 6 anni e non è stata capace di tutelare neanche un luogo storico di questa importanza. Ormai possiamo solo aspettare che venga snaturato e trasformato in un centro per turisti, chiuso al pubblico e strappato ai cittadini acquavivani».