Da Riviera Oggi n. 727
MONTEPRANDONE – Continua la nostra inchiesta sulla presenza di eternit negli immobili del territorio. L’indagine, iniziata nel Comune sambenedettese, prosegue ora con l’analisi delle situazioni nei paesi dell’entroterra. Abbiamo ascoltato Giuseppe Morelli, responsabile dell’ufficio Ambiente del Comune di Monteprandone: «Da oltre quattro anni non ci sono ordinanze emanate dal sindaco nei confronti dei privati cittadini. Gli ultimi provvedimenti riguardavano degli immobili nella zona industriale di Centobuchi che presentavano ancora delle coperture in amianto, ma le ordinanze sono state subito ottemperate dai proprietari dei fabbricati».
Sembra dunque che nel territorio monteprandonese non ci siano situazioni di potenziale rischio e che nonostante i costi di smantellamento siano spesso molto alti, tutti i proprietari delle strutture a rischio hanno provveduto alla messa in sicurezza e allo smaltimento dell’eternit degradato presente nei fabbricati.
Riviera Oggi ha riportato i prezzi negli articoli precedenti: ai costi fissi per le pratiche da consegnare all’Asur, si aggiungono i costi di bonifica, smantellamento e smaltimento che sono variabili e dipendono dalla tipologia della struttura e dalla pericolosità del lavoro.
L’eternit è pericoloso se deteriorato, quindi nessun obbligo di legge per lo smantellamento di quelle strutture che sono integre e non presentano danneggiamenti. «Nella zona industriale di Centobuchi – continua Morelli – possono esserci dei vecchi fabbricati che magari presentano delle coperture in eternit, ma già i privati hanno provveduto di loro iniziativa a monitorare le strutture, del resto se l’amianto non è danneggiato il Comune non può imporre lo smantellamento».
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