Questo ha scritto Antonio Di Pietro nel suo blog: «La decisione del presidente della RAI Petruccioli di richiamare Santoro per la trasmissione AnnoZero dedicata alla raccolta di firme per i tre referendum per una libera informazione organizzata da Beppe Grillo il 25 aprile è sconcertante. Chi ha seguito il programma avrà sicuramente pensato che un richiamo era necessario, ma per Sgarbi che ha insultato senza ragione e continuamente le persone presenti, che non hanno reagito, e ha dichiarato il falso sui contributi al Giornale e sul licenziamento di Enzo Biagi. Petruccioli non ha ritenuto di dover sottolineare la denuncia di Beppe Grillo sulla illegittimità di Rete 4 sancita dalla corte di Giustizia Europea che costerà ai contribuenti italiani più di 300 milioni di euro.
Questa si chiama censura, in un Paese libero l’ascoltatore ha il diritto di sapere che due milioni di persone sono scese in piazza per firmare tre referendum e che sono state raccolte 1.500.000 di firme in un solo giorno, tra cui la mia, un evento mai successo nella storia della Repubblica.
Una manifestazione di tale importanza non si può cancellare. Se il buon giorno si vede dal mattino, ci possiamo aspettare tentativi di ogni tipo per chiudere i pochi spazi di libertà di informazione ancora presenti nel nostro Paese. L’Italia dei Valori farà di tutto perché questo non avvenga in particolare se dovesse assumere la presidenza della Commissione di Vigilanza RAI di cui ha fatto espressa richiesta»

Non ho seguito il programma di Santoro, lo farò lunedì su internet, ma credo che l’on. Di Pietro, con il suo disappunto, non si allontani molto dalla verità. In effetti non ho sentito nessun esponente politico di rilievo dare risposte sulla questione di Rete 4. Magari per spiegare che noi contribuenti italiani non ci rimettiamo 300 milioni di euro. Purtroppo però, credo, che la cosa più grave sia quella denunciata da Rizzo e Stella a Matrix su Canale 5. I libri, Grillo, Di Pietro fanno denunce gravissime che restano però carta straccia, urla (di Grillo) e parole (di Di Pietro) al vento, senza produrre alcun effetto. I nostri politici fanno orecchie da mercanti come evidentemente sono. Uno stato di fatto che ha portato i due coraggiosi editorialisti a scrivere un altro libro con un titolo emblematico: Italia alla deriva. Un percorso da interrompere nè servirà molto fermare Michele Santoro che, affermando: «Non riportarle avrebbe rappresentato, a mio parere, una grave omissione e una censura. La Rai appartiene al pubblico e non ai partiti» non dice un’eresia, anzi. Credo proprio che si stia guardando la pagliuzza e non la trave. Ancora si può, evidentemente.