SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta dagli operai della Foodinvest

Il 4 aprile si è svolta in stabilimento l’assemblea dei lavoratori, presenti la Rsu, Stelio Bartolomei della Cgil e il dottor Marucci rappresentante Ugl. All’ordine del giorno vi era l’organizzazione per l’incontro previsto a Roma al Ministero dell’Attività Produttive il giorno 7 alle ore 15. Durante l’assemblea si è ribadito che la seria cordata torinese ha presentato un’offerta consona per l’affitto della Foodinvest ed ha intrapreso i passi necessari per raggiungere un accordo in tal senso, ma la famiglia Malavolta torna a fare ciò che gli riesce meglio: il funambolismo imprenditoriale.
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A Marollo Enzo Rossi ha presentato una proposta di affitto per sei anni rinnovabili per altri sei, assumendone la gestione: eppure Mario Malavolta nell’unica conferenza stampa tenutasi presso l’hotel Arlecchino di San Benedetto del Tronto ha dichiarato ai giornalisti presenti che la famiglia Malavolta avrebbe mantenuto comunque una quota delle azioni.
Dobbiamo quindi desumere che la reticenza della famiglia Malavolta ad affittare lo stabilimento di Porto d’Ascoli sia dovuta al fatto che la seria cordata del nord preferisce lavorare in maniera autonoma, vista la scarsa affidabilità imprenditoriale della famiglia Malavolta. Desiderio altamente condiviso dalle maestranze e dagli agricoltori, che hanno ritenuto opportuno non seminare per la Marollo, come il commissario giudiziale Dottor Cesari ha sottolineato nella relazione del concordato preventivo Marollo.

A tal proposito rivolgiamo un appello all’illustre signor giudice Calvaresi e a tutte le istituzioni (presidente della Regione Gian Mario Spacca, vice presidente Luciano Agostini, presidente della Provincia Massimo Rossi, vice presidente Mandozzi e sindaco Giovanni Gaspari).
Vi preghiamo di utilizzare tutti i mezzi in vostro potere affinché ci liberiate definitivamente da codesti imprenditori, la cui presenza è di ostacolo per un’equità sociale nel territorio Piceno.