SAN BENEDETTO DEL TRONTO – In relazione al nostro precedente articolo «Pronto soccorso poco “pronto”. Petrone? Batta un colpo», pubblichiamo integralmente la risposta del direttore generale Giuseppe Petrone.

La Direzione della Zona 12 manifesta con la presente il più sincero rammarico per i disagi obiettivamente sostenuti dalla signora in una situazione chiaramente stressante dovuta all’attesa temporale, al suo stato di gravidanza e al timore per il proprio figlio febbricitante.
Nel contempo tuttavia mi preme personalmente puntualizzare e chiarire quanto verificatosi, alla luce dei dovuti controlli effettuati a proposito.
La pediatra in servizio sabato 29 marzo ha regolarmente terminato il proprio orario di lavoro alle 14,33 essendo stata impegnata in ambulatorio divisionale fino alle ore 12 e successivamente in una consulenza specialistica presso l’Unità Operativa di Ostetricia.
Si può categoricamente escludere quindi che abbia interrotto il servizio prima dell’orario previsto.
Supporrei invece che possa essersi verificato un errore di comunicazione o una parziale superficialità da parte di chi ha fornito l’informazione alla richiedente senza accertarsi preventivamente dell’effettiva presenza in servizio della pediatra in questione.
Tengo in questa sede a precisare che la continuità assistenziale del Presidio Ospedaliero è garantita nelle ore diurne dalla presenza di uno o più medici in ciascun reparto. Per le ore notturne e festive la stessa è garantita da unità in guardia attiva (esempio rianimazione, cardiologia, pronto soccorso, ostetricia – ginecologia) o da reperibilità di un medico che alla chiamata è tenuto a presentarsi in ospedale entro trenta minuti.
Per tanto nello specifico ogni richiesta di visita specialistica pediatrica su proposta del Pronto Soccorso che intervenga in orario, festivo o pre-festivo, è evasa dietro chiamata del pediatra reperibile.
Per quanto riguarda l’attesa al Pronto Soccorso essa è strettamente subordinata al tipo di codice attribuito congiuntamente alla contemporanea presenza al momento di urgenze/emergenze più gravi.
Chiarisco quanto sopra al solo fine di garantire la regolarità del percorso fornito e delle prestazioni sanitarie erogate.
Porgo le mie scuse più sentite per le difficoltà incontrate e l’estrema difficoltà sofferta dalla signora, garantendo il mio personale impegno a migliorare, per quanto possibile, la qualità generale della struttura sanitaria e la velocizzazione dei percorsi di accesso.