GROTTAMMARE – «I programmi politici del Partito Democratico e del Pdl sono simili poiché non hanno stabilito un vincolo delle risorse. Quindi, tutte le promesse elettorali che i grandi partiti stanno facendo sono degli imbrogli, poiché in questo modo io posso promettere tutto, sfiorando anche il ridicolo».

A parlare è l’onorevole Roberto Villetti del Partito Socialista, attuale candidato capolista nelle Marche per la Camera dei Deputati, che ieri ha ufficializzato personalmente la candidatura di Cesare Carboni e Gabriele Capriotti nelle prossime elezioni amministrative di Grottammare, nella lista Solidarietà e Partecipazione, la quale schiera, come candidato sindaco, l’attuale primo cittadino, Luigi Merli.

Per quanto riguarda le elezioni politiche, Villetti non nasconde lo scopo del Partito Socialista, che rimane quello di superare lo sbarramento del 4% per avere dei deputati alla Camera: «Sinceramente sono spaventato dall’idea di avere un possibile Parlamento senza socialisti, che si metta a discutere di temi importanti, come la sicurezza o la separazione delle cariche nella magistratura, o magari metta in discussione le grandi rivendicazioni sociali ottenute con anni di lotta, come la legge 184 sull’aborto. Il nostro scopo, in caso di vittoria, rimarrà sempre l’innovazione del paese, per farlo diventare più “europeo”».

A livello locale, invece, i due candidati sembrano avere le idee chiare: come spiega Cesare Carboni, l’obiettivo della lista Solidarietà e Partecipazione è continuare a percorrere la strada delle innovazioni proposta in questi anni: « Abbiamo scelto questa lista con la consapevolezza di poter fare un buon lavoro per la città – spiega Carboni – Da sempre i sindaci socialisti di Grottammare hanno svolto in maniera ottimale il loro compito e noi crediamo di poter dare giusto contributo all’interno della politica cittadina. Per esempio, come primo atto cercheremo di modificare il Piano Spiaggia e il Piano Regolatore, poi ci sforzeremo di sostenere i lavoratori sempre più penalizzati dalla chiusura di molte aziende locali, che invece di investire nel nostro territorio preferiscono delocalizzare le industrie, magari fuori dall’Italia, distruggendo il sistema lavoro del nostro paese».