GROTTAMMARE – Circa un mese fa, a seguito dei lavori di posizionamento, i cittadini di Montesecco, durante l’installazione delle quattro potenti parabole, hanno chiesto la presentazione di una licenza edilizia: «Ci siamo accorti che mancava l’autorizzazione comunale, ci si é avvalsi del silenzio assenso del Comune, che non aveva risposto».

Così, a seguito della sensibilizzazione fatta nei confronti dei competenti uffici comunali, i lavori sono stati sospesi. Le quattro parabole sarebbero state installate sul traliccio di proprietà della Rai, ad un altezza da terra superiore a 12 metri, andando anche a svantaggio della tutela dell’ambiente e del paesaggio rispetto all’iniziativa economica pubblica e privata.

Montesecco, territorio prediletto per la posa delle antenne, tempo fa venne bonificato, tanto che il piano delle antenne prevede la dislocazione dei nuovi impianti di telefonia mobile. «Le misurazioni dell’Arpam risalgono al 2004 – aggiungono i cittadini della zona – attualmente abbiamo fatto la verifica tramite strumenti appositi e in alcune stanze delle nostre abitazioni il livello del campo elettromagnetico supera gli 8 volt/metro quando la soglia di attenzione per legge è di 6 volt, insuperabile in aree con civili abitazioni». Così molte famiglie hanno dovuto tappezzare le pareti delle abitazioni con pannelli di piombo, gli stessi usati per schermare le sale di radiologia.

Sulla spinosa questione è stata convocata, nei giorni scorsi, la conferenza dei servizi nel corso della quale è stato stabilito che l’Arpam dovrà effettuare un nuovo monitoraggio del sito, mentre dal canto suo l’Amministrazione provvederà ad un censimento delle antenne presenti.

I rappresentanti del comitato spontaneo dei cittadini (circa 50 famiglie che abitano entro il raggio di 150 metri dalle antenne) hanno preso la parola durante la Conferenza dei servizi, denunciando la “giungla” di antenne che sfuggono a qualsiasi controllo: «Finora abbiamo cercato di far valere le nostre ragioni – hanno detto – ma siamo intenzionati ad inoltrare esposto alla Procura. Non si può giocare sulla salute dei cittadini per gli interessi dei colossi della telefonia mobile».