SAN BENEDETTO – Il Principe Vittorio Emanuele Filiberto di Savoia ritirerà domani 29 marzo a Pescara un riconoscimento per la solidarietà nell’ambito del Premio “Guido Carletti per la Solidarietà”. Il premio – che nel corso delle sette edizioni si è esteso in ambito internazionale – si rivolge a giornalisti e scrittori, che nel corso dell’anno si siano distinti per articoli e pubblicazioni che abbiano contribuito al prestigio della categoria sviluppando tematiche solidali. In questo ambito viene inoltre assegnato un premio ad honorem ad una personalità italiana o straniera che abbia promosso la solidarietà, svolgendo un’opera di sensibilizzazione e operando concretamente per realizzarla. «Per l’impegno a favore dei meno fortunati e per l’opera di sensibilizzazione dei valori di solidarietà e rispetto» è la motivazione per cui verrà assegnato il riconoscimento al giovane reale di casa Savoia.

Emanuele Filiberto, infatti, si sarebbe distinto grazie all’impegno profuso in diversi ambiti del sociale tramite il movimento di opinione da lui fondato che va sotto il nome di “Valori e Futuro”.

Critiche sono piovute molte parti, soprattutto per la scelta di conferire un premio abruzzese ad un discendente di quel Vittorio Emanuele III che dopo la fuga da Roma, in seguito all’armistizio dell’8 settembre 1943, si imbarcò proprio ad Ortona lasciando l’Italia in balìa della rappresaglia nazista. Colpevole anche di aver firmato nel ’38 le leggi razziali del governo fascista in Italia.

Ma seppure si volessero lasciare al passato le recriminazioni storiche che non devono ricadere ingiustamente sui discendenti di personaggi fautori di scelte sbagliate ed esecrabili, guardando al presente si stenta a comprendere come la scelta di assegnare un tale riconoscimento sia caduta su un ragazzotto di sangue blu che dopo decenni di esilio in residenze dorate in giro per il mondo, appena rimesso piede sul patrio suolo qualche anno fa, non ha esitato a chiedere insieme alla sua famiglia come risarcimento danni allo Stato Italiano ben 260 milioni di euro.

Dalle pagine del sito ufficiale del movimento http://www.valoriefuturo.it/ si evince che Valori e Futuro assomiglia più ad uno pseudo-partito politico, che ad un’associazione benefica, dove pagine e pagine sono spese sulle tematiche portanti della società – lavoro, famiglia, istruzione, sicurezza, immigrazione, programmi – attraverso una sequela fin troppo pedante di luoghi comuni e di frasi fatte, infarcite di buonismo e un sano pizzico di patriottismo.

Eventi più che altro “glamour” costituiscono invece le iniziative sociali portate avanti da Emanuele Filiberto che – in base alle notizie presenti sul portale – risulta partecipare dietro invito a manifestazioni e convegni in giro per l’Italia: numerose le sue ospitate in cui incontra vescovi e sindaci, presidenti e associazioni, disquisisce sulle tematiche più disparate ma l’unica iniziativa che arriva direttamente dalla spontaneità e sensibilità del giovane rampollo sembra sia stata la consueta visita sotto le feste di Natale all’Ospedale San Paolo di Milano per regalare qualche panettone a bambini e anziani ricoverati.

Perché sminuire un premio così prestigioso assegnandolo – forse per scopi pubblicitari – ad un personaggio forte solo della notorietà mediatica, raggiunta tra l’altro non per meriti personali, quando non mancano nel nostro Bel Paese persone che davvero quotidianamente dedicano le proprie forze e i propri sacrifici a portare avanti iniziative benefiche?