SAN BENEDETTO DEL TRONTO – I dirigenti della Samb alla stregua di quelli juventini. L’arbitro Tidona intimidito e insultato come i Paparesta e tutti gli altri fischietti della massima Serie finiti nella “rete” di Luciano Moggi.
I colleghi dell’Ansa hanno fatto ricorso a un bel po’ di fantasia nel riportare e commentare i 2.500 euro di multa che il Giudice Sportivo di Serie C Pasquale Marino ha comminato alla società dei fratelli Tormenti dopo la partita interna contro l’Arezzo (conclusasi 3-3).
“Multa di 2.500 euro alla Sambenedettese per l’atteggiamento irriguardoso tenuto dai dirigenti della società nei confronti dell’arbitro. Durante l’intervallo della partita con l’Arezzo, valida per la 26/esima giornata del campionato di serie C1/B, sarebbero infatti entrati nello spogliatoio dell’arbitro assumendo un atteggiamento irriguardoso, come Moggi nel 2006”: così recita la nota battuta dalla celebre agenzia di stampa italiana nella serata di martedì.
Il presidente rossoblu Gianni Tormenti, già arrabbiato (eufemismo) per la scandalosa direzione di gara dell’arbitro piemontese, sbotta: «Non c’è niente di più falso, qui si sta rincarando la dose semplicemente per giustificare le malefatte del signor Tidona».
Questa la versione del massimo esponente del club di Viale dello Sport: «Al rientro negli spogliatoi, alla fine del primo tempo, il nostro segretario Nazzareno Marchionni e il responsabile degli arbitri Claudio Di Giuseppe hanno semplicemente fatto presente al direttore di gara che il fallo del portiere aretino Marconato su Cia era dentro l’area di rigore. Tidona invece insisteva nel dire che fosse avvenuto fuori. I miei collaboratori a quel punto hanno fatto stampare il fotogramma dell’episodio e si sono recati dall’arbitro, chiedendo il permesso di entrare nel suo stanzino, per mostrarglielo. Tutto qua. Nessuno ha intimidito chicchessia».
E allora vale la pena di sgonfiare sul nascere la Moggiopoli tutta rivierasca. Per favore, non scherziamo…