OFFIDA – Aveva progettato tutto nei minimi particolari: una donna di nazionalità cinese, titolare di un opificio tessile di Offida aveva studiato ogni espediente possibile per evitare controlli da parte dei carabinieri. Ma è stata tradita proprio dai suoi stratagemmi.
La donna infatti aveva collocato una telecamera sull’insegna dell’azienda per monitorare l’ingresso al fine di avvertire i suo dipendenti in caso di eventuali incursioni da parte dei carabinieri, permettendo loro di scappare dal retro.
Proprio la telecamera, che avrebbe dovuto tutelarla ha invece insinuato dubbi nei carabinieri di Offida che nella mattina del 3 marzo, hanno aspettato gli operai proprio all’uscita di servizio.
Qui hanno trovato sei operai, tutti di nazionalità cinese e tutti rigorosamente clandestini: tre di loro, due uomini e una donna, sono stati arrestati per non aver ottemperato al decreto di espulsione emesso dalla prefetto di Teramo lo scorso luglio, altri due erano già stati perseguiti in passato per lo stesso reato dunque sono stati denunciati in stato di libertà, perché per legge non possono essere arrestati due volte per lo stesso reato, un altro invece, trovato privo di documenti, è stato condotto in Questura per l’identificazione e per far emettere il decreto di espulsione.
La titolare è stata denunciata per favoreggiamento di immigrazione clandestina e sfruttamento del lavoro.
L’azienda, i macchinari e le merci, per un valore di circa 300 mila euro, sono stati sottoposti sotto sequestro cautelativo.