MONTEPRANDONE – Un caso che ha bisogno di approfondimento, quello sollevato da Guido Castelli, consigliere regionale di Alleanza Nazionale: è lo strano caso relativo alla delibera numero 1538 del 28 dicembre 2006, attraverso la quale la giunta della Regione Marche assegnò all’Asteria la possibilità di usufruire di una via privilegiata per l’ottenimento dell’immobile ex Cetria di Monteprandone, dove tra l’altro l’Asteria, società a capitale pubblico-privato, agisce da diversi anni.

La delibera in questione riprende una norma contenuta nell’articolo 10 dell’assestamento di bilancio 2005, in base al quale «la giunta regionale è autorizzata a procedere alla alienazione del complesso immobiliare denominato Cetria (…) anche ricorrendo alla trattativa privata qualora il bene oggetto di alienazione sia acquistato dal soggetto concessionario con vincolo di destinazione alla utilizzazione del complesso per attività di formazione, ricerca, sperimentazione e sviluppo di tecnologie inerenti il settore agro-ittico-alimentare. Il corrispettivo del valore del bene rilevato dalla perizia estimativa può essere pagato anche in conto servizi per lo svolgimento di attività di valenza prioritaria per la Regione».

Quindi per l’Asteria, società a capitale pubblico-privato, si apre una possibilità, secondo Castelli «negata ai comuni mortali: acquisire un bene del patrimonio pubblico senza partecipare ad un’asta e senza esborso di denaro ma soltanto attraverso la presentazione di una risma di progetti, ed essendo valutata da un’altra società a capitale pubblico regionale, la Svim, i cui vertici sono dello stesso partito, gli ex Ds, da cui proviene il presidente dell’Asteria, Dante Bartolomei, già in passato consigliere regionale e presidente della Terza Commissione Regionale sull’Industria, Agricoltura e Artigianato».

L’immobile dell’ex Cetria, che si trova nella zona industriale di Centobuchi, è stato valutato in euro 1.395.071: questi dovrebbero essere pagati dall’Asteria per euro 1.283.461 «in conto servizi attraverso la realizzazione dei progetti» (otto per la precisione, ndr) e per euro 111.610 a cui debbono aggiungersi euro 96.381,75 per canoni non pagati dalla società Asteria s.r.l. concessionaria del bene, mediante riconoscimento di spese già effettuate e documentate di manutenzione e limitatamente alla concorrenza di tale importo».

Alleghiamo a questo articolo due video in cui il consigliere Castelli spiega la situazione Asteria-ex Cetria, e in cui mostriamo i documenti che nelle prossime ore pubblicheremo integralmente, assieme ad ulteriori approfondimenti sullo “strano caso“.