NERETO – La carenza cronica di personale sanitario nell’ospedale di Sant’Omero sarà oggetto di trattazione nei prossimi mesi da parte dell’Unione dei Comuni.

«L’attuale gestione dell’ospedale è una situazione non più tollerabile – ha affermato Emiliano Di Matteo, presidente dell’Unione – e pertanto deve essere affrontata al più presto con le autorità competenti. Non ha senso mandare avanti dei reparti con una tale carenza di organico: si rischia quasi l’interruzione del servizio pubblico».

Nel corso dei prossimi mesi, attraverso una modifica allo statuto, l’Unione potrà convocare commissioni consiliari e consulte finalizzate alla risoluzione di questioni specifiche, tra cui quella della sanità nella Val vibrata, che ha subito un ridimensionamento nel nuovo piano Sanitario regionale. «I sindaci dei 12 comuni – ha spiegato Di Matteo – non possono occuparsi di tutto, dato che oltre a non avere il tempo materiale, in alcuni settori mancano delle competenze tecniche. Ecco perché nelle commissioni consiliari e nelle consulte verranno inserite anche le associazioni di categoria, e nel caso della sanità, potrebbe essere inserito ad esempio anche il direttore sanitario dell’ospedale di Sant’Omero: figure esperte in materia che possono dare consigli e suggerimenti su come affrontare la gestione dell’ospedale vibratiano».

Una situazione che il presidente dell’Unione definisce “di emergenza”, e pertanto a breve sarà organizzato un incontro sia con il direttore sanitario dell’ospedale di Sant’Omero che con il direttore generale della Asl di Teramo Mario Molinari, per chiedere spiegazioni su una così grave carenza di organico e sulle possibili soluzioni da attuare.

«La sanità è al servizio dei malati – ha concluso Di Matteo – e non dei medici e dei loro interessi personali. Se il personale necessario a Sant’Omero non è reperibile nella zona, bisogna ricorrere all’ordine di servizio per farlo arrivare da fuori. Non è concepibile che interi reparti manchino di primari, di personale infermieristico, di tecnici specializzati solo perchè nessuno si prende la briga di convocarli e farli spostare da altre strutture ospedaliere».