SAN BENEDETTO DEL TRONTO – La sconfitta della Samb a Perugia era prevedibile per tantissimi motivi. Primo fra tutti che la squadra di Cuccureddu ha superato domenica scorsa (vincendo fuori casa) un lungo periodo di crisi durante il quale era stato allontanato anche lo stesso ex giocatore della Juventus oltre a ben cinque sconfitte interne consecutive. In questi casi sullo slancio si fa quasi sempre risultato. Un altro motivo è meno psicologico ma più pratico: gli umbri hanno un organico nettamente superiore a quello della Samb e aveva battuto la Samb già in Riviera.
Dal loro canto i nostri rossoblu si erano visti sfuggire a Lucca un risultato positivo quasi raggiunto per i meriti guadagnati in campo. Mettiamoci che per sfortuna la Samb non ha vinto a Sorrento, a Potenza, a Martina, a dimostrazione di un’annata poco fortunata.
Insomma questa sconfitta doveva passare quasi inosservata perché scontata, senza creare disarmonie nel momento più delicato della stagione. Mi riferisco al mister che le ultime sfortunate gare esterne devono aver un po’ confuso le idee: soltanto così si possono spiegare i rimproveri pubblici che oggi ha fatto ad Alfageme, reo di non aver cambiato il risultato della gara giocando meno di 45 minuti.
Caso mai per avere più possibilità di pareggiare (o cercare di vincere, visto che si era sullo zero a zero) forse era meglio non togliere quel folletto di Morini come è successo altre volte. Ho l’impressione che tra l’allenatore e il Direttore Sportivo ci sia un po’ di maretta per via di rinforzi che il tecnico non voleva per paura di guastare lo spogliatoio che invece società e Nucifora hanno ritenuto di prendere per aumentare le possibilità di salvezza. Difficile stabilire da che parte sta la ragione, entrambe valide le due tesi.
Potrebbe volgere da parte di Piccioni se la società o il Ds gli imponessero di metterli in campo. Non credo però che sia così.