ASCOLI PICENO – Palloncini colorati, sospesi come la condizione esistenziale delle persone che li brandivano, nasi pinocchieschi sui volti per simboleggiare le bugie ascoltate da anni, tamburi, fischietti, striscioni, cartelloni, cori di rabbia contro la proprietà della Foodinvest.
In corso Mazzini, davanti alla sede dell’Assindustria, quella di mercoledì è stata una mattinata di rabbia, seppur nel rispetto dell’ordine pubblico. Dentro c’erano il sindaco di San Benedetto Gaspari e l’assessore provinciale Emidio Mandozzi, con Carlo Gaita del Gruppo Malavolta, bersagliato quest’ultimo da cori e scherni di rabbia dagli operai sotto le finestre.
Dopo l’incontro con i delegati della proprietà della Foodinvest, i sindacati hanno ribadito il no ai licenziamenti, visti come tradimento delle proposte contenute nel concordato avviato un mese fa.
Per la segreteria provinciale dell’Ugl «è gravissima l’apertura selvaggia della procedura di mobilità per i lavoratori, fatta senza alcuna preventiva comunicazione al giudice delegato ed al commissario giudiziale; la Foodinvest Verde Srl ha alterato, fino a stravolgerla, la proposta concordataria, già corrosa dalla mancanza di solide ed affidabili impalcature».
Parole dure che traducono un concetto semplice: la Foodinvest dovrebbe produrre fino al 30 settembre per avere introiti necessari a saldare una parte dei debiti del Gruppo Malavolta, mentre la parte più cospicua delle pendenze è vincolata alla cessione dell’immobile dell’ex Surgela e delle sue linee di produzione [CLICCA QUI]. Perchè dunque aprire ora la procedura di licenziamento collettivo? E come produrre fino a settembre, se ora in fabbrica non ci sono imballaggi e le materie prime scarseggiano?
L’Ugl provinciale in una sua nota afferma: «Tutte le componenti sindacali presenti hanno respinto il piano industriale, prospettato nella procedura concordataria dalla famiglia Malavolta. Interventi articolati e precisi che hanno messo all’angolo il Procuratore Generale della Foodinvest, Gaita. La famiglia Malavolta ha perso ogni credibilità ed affidabilità e l’Ugl ha chiesto l’immediato ritiro della procedura di mobilità; la Foodinvest deve proporre, all’interno della procedura concordataria, un nuovo piano che preveda il mantenimento del sito produttivo di Porto d’Ascoli e la possibilità di cedere il ramo d’azienda a nuovi soggetti imprenditoriali, disponibili a subentrare».
MALAVOLTA, SPRECO DI SOLDI PUBBLICI E in tarda mattinata è arrivata una dichiarazione infuocata del sindaco Gaspari, che ha lanciato un attacco all’imprenditore Aristide Romano Malavolta e al suo modo inglorioso di andarsene dal Piceno: «Dopo 11 anni il consorzio idrico Ciip aveva realizzato delle vasche di ravvenamento per captare acqua dalle falde in profondità proprio per agevolare le industrie agroalimentari. Se avessimo saputo della imminente fine della Foodinvest non l’avremmo fatto. Malavolta se ne va in modo inglorioso, ha dimostrato pienamente la sua mancanza di serietà».
ENZO ROSSI L’ingresso dell’imprenditore fermano nella vicenda Foodinvest dovrà essere valutato dalle istituzioni nei prossimi giorni. Stando alle dichiarazioni d’intenti, Regione, Comune e Provincia attendono di vagliare il piano industriale del re dei maccheroncini di Campofilone.
La riunione di mercoledì all’Assindustria per gli operai è stata comunque un’occasione per mostrare scetticismo – è un eufemismo – e preoccupazione anche per l’entrata in campo di Rossi.

servizio video e montaggio Oliver Panichi

riprese Raffaella Filippini