RIPATRANSONE – Riceviamo e pubblichiamo da un nostro affezionato lettore.
Tanta gioia, questa è stata la sensazione avvertita nel rivedere, dopo diversi anni, Sua Eccellenza monsignor Giuseppe Chiaretti, attuale arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, già vescovo della diocesi di San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto.

L’occasione è stata la settimana di preghiera per il 150° anniversario della prima apparizione della Beata Vergine a Lourdes alla piccola e diletta Bernadette; iniziativa dall’elevato valore religioso e pastorale organizzata dal parroco di Ripatransone, don Domenico Vitelli.

La Santa Messa presieduta dall’arcivescovo Chiaretti si è svolta nella chiesa “Santa Maria alla Valle“, lo scorso 8 febbraio. La chiesa, com’era facilmente intuibile, era gremita di fedeli in ogni suo angolo. Monsignor Chiaretti ha lasciato un buon ricordo nella nostra diocesi e la sua figura è sempre viva nella mente di ogni fedele.

Per la sua squisita semplicità, Monsignor Giuseppe Chiaretti, non ha fatto mai pesare a nessuno il suo essere persona intelligente, colta e sensibile; doti straordinarie che si apprezzano sempre, oggi ancor di più, visto il prestigioso ruolo che ricopre nell’ambito della Conferenza Episcopale Italiana di cui è vice presidente.

Nella sua omelia, monsignor Chiaretti, con la sua straordinaria capacità espositiva, ha delineato il quadro sociale e civile che è dinanzi agli occhi di tutti. Lo ha fatto con accorata sollecitudine pastorale affermando «il mio cuore di pastore, di sacerdote, è gonfio nel vedere i tanti nostri giovani smarriti e privi di quei valori fondamentali per la vita». Il presule ha continuato «i più si sono fatti attrarre dal modernismo, dalla modernità, quindi, dal tutto è lecito ad ogni costo, ecco, i risultati dei disvalori tanto conclamati che stanno minando la nostra società, le nostre famiglie, ce ne siamo accorti?».

Forte, fermo, deciso, autorevole e amorevole, come il richiamo di un padre ai suoi figli, affinché non smarriscano la retta via, è stato l’invito che monsignor Chiaretti ha rivolto ai numerosi presenti dicendo «per vincere tale sfida che è di questo tempo così turbolento urge ripensare il sistema educativo. Esso deve tornare ad essere ancorato ai valori autentici quali: l’obbedienza, i figli devono obbedire ai propri genitori, l’onestà, quindi la verità prima di ogni cosa, il lavoro, per avere un’esistenza dignitosa e rispettosa della persona creata ad immagine e somiglianza di Gesù Cristo, l’amicizia, quella sana e autentica, il rispetto di se stessi e del proprio prossimo, la castità, la verginità, il matrimonio: torniamo a leggere l’intramontabile favola di Pinocchio, non perché in essa si parla di Dio, ma perché ci sono riferimenti forti; il Grillo Parlante che simboleggia la coscienza, Geppetto, il paradigma di padre, di genitore, Lucignolo il ragazzetto un po’ scapestratello che tenta Pinocchio, il ragazzino ingenuo e forse un po’ semplice. Sono icone, quadretti letterari che non possono non appartenere alla formazione di ciascuno di noi. Riflettiamoci e impegnamoci cristianamente a vivere questo nostro tempo così, ripeto, turbolento e difficile perché Cristo ci fa vivere in questo contesto e abbiamo il dovere della testimonianza».