SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Buone notizie sul fronte della raccolta differenziata: nel mese di febbraio è partita una nuova iniziativa, per ora sperimentale, nel quartiere Agraria a Porto d’Ascoli.
Nella zona sono stati infatti posizionati, accanto ai cassonetti stradali esistenti, appositi cassonetti più piccoli di colore marrone per la raccolta dell’umido mentre ai residenti è stato consegnato a domicilio il kit “sumus”, un cestello contenente sacchetti di carta biodegradabile per conservare senza cattivi odori gli avanzi organici.
Ma come hanno accolto i cittadini questa iniziativa? Rosa, 42 anni, originaria proprio di Napoli, dove quello dei rifiuti è un problema quotidiano, dice che è felicissima dell’iniziativa e che lei contribuirà sicuramente, perché ora non vuole che accada la stessa situazione che trova ogni qualvolta torna nella sua città natale.
Francesco invece è un ragazzo che vive da solo e, pur ammettendo che l’idea è buona, commenta: «Io ho già difficoltà ad organizzarmi nel mio quotidiano per mancanza di tempo. Mi era già sembrato assurdo dover dividere carta, vetro, plastica e lattine, non penso di poter perdere ulteriore tempo a separare anche i rifiuti organici».
Alcuni in questa settimana ci hanno provato: ascoltiamo la signora Nunzia, 65 anni, che vive con la famiglia di sua figlia: «A pranzo e a cena siamo sei persone, non è facile, specie con i bambini, riuscire a dividere quello che resta nei piatti. E poi succede che il sacchetto, essendo di carta, si bagna e alla fine si rompe tutto. Secondo me non è una soluzione funzionale». La sua vicina risponde però che un piccolo sforzo si può fare per il bene della collettività. Lei ci sta provando e per ora si trova bene. «Certo, impiego qualche minuto in più per separare i rifiuti, ma non si può sempre correre senza pensare alla nostra salute o al futuro dei nostri nipoti. In che ambiente vivranno?».
Qualcuno suggerisce che la raccolta degli altri materiali funziona perché c’è un incentivo: il fatto cioè che il Comune riduce la tassa sui rifiuti a coloro che portano il materiale all’isola ecologica. «Nel caso dell’umido però – dice Sante – dubito che la cosa vada avanti. Non c’è sufficiente coscienza civica in Italia. Le cose purtroppo si fanno più volentieri per denaro». «E poi – continua sua moglie – se guardiamo alla praticità non posso riempirmi il balcone di sacchi per la spazzatura per dividere ogni materiale: la mia casa diventerebbe una piccola discarica!».
Forse è proprio vero quello che dice Sante, una bella iniziativa… peccato che il nostro senso civico sia ancora davvero insufficiente per poter fare un gesto semplicemente volto al bene nostro e della collettività, senza alcun ritorno puramente economico.
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Le alternative alla nostra mancanza di senso civico sono 2, l'incentivo economico e l'obbligatorietà.
Se non si può fare un ulteriore sconto sulla TARSU si può sempre rendere obbligatoria la raccolta differenziata per l'umido, con tanto di multe per chi non lo fa.
I ritmi sfrenati e concitati della nostra vita ci condizionano purtroppo anche nei piccoli gesti. Ancora troppa gente pensa che fare la raccolta differenziata è una perdita di tempo, se non c'è l'incentivo economico non è appetibile (anche se già oggi chi la porta direttamente a Picenambiente ottiene una riduzione del 30% sull'importo dell'anno successivo) , non è pronta ad accettare l'aumento della TARSU per l'attivazione del servizio porta a porta, la discarica vicino casa non la vuole nessuno. Di questo passo arriveremo al tracollo e Napoli non sarà poi così lontana. Ognuno di noi produce 2 Kg di rifiuti… Leggi il resto »
L'ultimo paragrafo dell'articolo fotografa bene la nostra situazione.
La gente non può perdere tempo a separare i rifiuti, plastica, carta, lattine, vetro …, a perdere tempo ad acquistare questi prodotti si, però.
Quanti perdono tempo cercando di lucrare qualche centesimo di sconto tra un iper ed un altro? Quanto tempo si perde spulciando attentamente le offerte dei vari supermercati?
Quando andiamo a fare acquisti, è possibile diminuire la quantità e qualità degli imballaggi senza perdere tempo.
Tutto vero quello che dite, però la colpa è sempre del cittadino, e mai della politica?. Perché la politica non obbliga da subito a non usare più la plastica, ed a usare smistamenti obbligatori provinciali, cioè per ogni provincia di deve essere un centro di smistamento dei rifiuti, in maniera da dividere già da subito quello che la raccolta differenziata a già separato, questo creerebbe posti di lavoro e sicuramente un miglior modo di riciclare, a patto che la solita politica magnona non entra in questi meccanismi e voilà tutto va a putt………… Ricordativi UNA COSA SE SI VUOLE SI… Leggi il resto »