SAN BENEDETTO DEL TRONTO – L’obesità? E’ scritta nei geni, stando almeno a uno studio del londinese University College pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition. La ricerca inchioda la genetica alle sue responsabilità anche sul fronte chili di troppo: le differenze nell’indice di massa corporea e nel girovita sono infatti al 77% imputabili ai geni.

Per giungere a questa conclusione i ricercatori londinesi hanno studiato più di 5 mila coppie di gemelli, monozigoti e non. Questo tipo di studi consente infatti di determinare l’influenza dei geni e dell’ambiente circostante. I gemelli identici condividono lo stesso patrimonio genetico, a differenza di quelli eterozigoti, che hanno discrepanze nel Dna come i comuni fratelli.

Tutti i gemelli, tuttavia, subiscono presumibilmente l’influenza dello stesso ambiente, nonché le stesse abitudini alimentari. Gli studiosi hanno potuto così testare come la genetica finisca per influenzare di gran lunga più dell’ambiente l’ago della bilancia. Tant’è che Jane Wardle, ricercatrice a capo dello studio, spezza una lancia a favore delle mamme e dei papà dei grassottelli: «E’ sbagliato – afferma – dare tutta la colpa ai genitori se un bambino è grasso: è infatti più probabile che ciò sia legato alla sua predisposizione genetica. Questo non vuol dire che chi è geneticamente predisposto diventerà sicuramente obeso, ma senz’altro corre maggiori rischi di diventarlo».
Ma Tam Fry, della Child Growth Foundation, invita i genitori a non abbassare la guardia: «La genetica non è cambiata nell’arco degli ultimi decenni, eppure l’obesità tra i piccoli cresce vertiginosamente. Anche se in alcuni di loro i chili di troppo sono scritti nel Dna, fare movimento ed evitare gli eccessi a tavola privilegiando una dieta sana ed equilibrata, può cambiare le cose, preservandoli dall’obesità e da tutte le malattie ad essa connesse» (Tratto da Rainews24 – del 7.2.2008 )


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