MARTINSICURO – La realizzazione dello chalet dell’anffas a Martinsicuro è ancora al centro dell’attenzione. Con una nota l’amministrazione comunale, dopo mesi di silenzio sulle accuse mosse dall’associazione che segue i ragazzi disabili, ha deciso, carte alla mano di spiegare le motivazioni secondo le quali lo chalet non può essere al momento realizzato.

«Dopo i numerosi interventi della prof.ssa Danila Corsi – esordisce la nota – è opportuno dire che le affermazioni spacciate per verità assoluta senza alcun ritegno meritano puntuali e documentate risposte che non possono prescindere da un’elencazione precisa dei fatti».

Il documento continua con la ricostruzione riguardante l’iter che avrebbe seguito il progetto “Adriatico Handisport 2000”, che a detta della maggioranza è stato presentato in Comune solo il 21 settembre 2007, e non nel 1999 come asserito dall’associazione.

«Con il verbale n.124 del ’99 – è spiegato nella nota – la giunta Micozzi in accoglimento di una osservazione avente oggetto “richiesta di previsione di una particolare destinazione d’uso di un tratto di spiaggia ove prevedere impianti di balneazione con attrezzature effettivamente fruibili anche da parte di persone con ridotte o impedite capacità motorie”, si impegnava soltanto a prevedere un’area da destinare alla realizzazione di una struttura simile, ancora da individuare ma da collocare in una zona compresa tra Martinsicuro e Villa Rosa.

Questo impegno – continua la nota – in nessuna maniera prevedeva l’assegnazione del medesimo all’Anffas, come vogliono far credere ai cittadini. E questo semplicemente per la semplice ragione che la vigente normativa in materia vieta l’attribuzione nominale di concessioni demaniali».

Secondo l’attuale maggioranza, al momento dell’insediamento della giunta Maloni, l’assessore al Demanio Mario Viola (marito di Danila Corsi), invece di apportare dei correttivi nel Piano di Utilizzo dell’Arenile, che avrebbero consentito all’Anffas l’utilizzo di una struttura particolarmente attrezzata, preferì revocarlo in toto.

«Se la realizzazione dello stabilimento era così urgente dato che c’era già un progetto – si chiede l’attuale maggioranza – come mai la Maloni con l’assessore Viola decisero di ricominciare tutto da capo arrivando ad approvare il Piano Demaniale Marittimo Comunale solo due anni e mezzo dopo (cioè a gennaio 2007) l’approvazione del Piano Demaniale Marittimo Regionale (avvenuta nel 2004)?»

Nel Pdmc approvato nel 2007 dall’amministrazione Maloni erano previste 3 nuove concessioni demaniali (per associazioni Onlus o Cooperative giovanili sociali), delle quali due da assegnare con la normale procedura di bando accessibile a tutti, e la terza da assegnare direttamente all’Associazione Anffas senza alcun bando pubblico. La Commissione Urbanistica però aveva bocciato tale procedura, ritenendola irregolare.

Con l’approvazione della variante al Pdmc avvenuta lo scorso 17 dicembre, il Comune ha preferito annullare le tre concessioni previste – ma finora mai concesse – per una futura revisione di tutto il litorale in seguito all’acquisizione di nuovi tratti demaniali provenienti dalle aree codiddette “ex private”. Ma nel prossimo futuro l’amministrazione si impegna comunque a destinare un’area del litorale alla realizzazione di una struttura particolarmente attrezzata e destinata ai disabili, concessa a seguito di un bando pubblico o presa in gestione direttamente dal Comune stesso.

Tra le immediate priorità poi ci sarà per tutti gli chalet di Martinsicuro l’adeguamento alle vigenti leggi per l’acceso ai disabili nelle strutture. «Abbiamo previsto – conclude la nota – che entro un anno tutte le strutture saranno fruibili dai diversamente abili in modo da far scegliere a tutte le famiglie interessate dove portare i propri familiari al mare. Perché non c’è mai stato il medesimo impegno da parte dell’Anffas, e da parte dell’assessore Viola a prescrivere che ogni stabilimento esistente garantisse l’accesso ai ragazzi disabili? Era forse prioritario uno stabilimento da gestire direttamente? Esistono forse associazioni che operano nel volontariato di serie A e altre di serie B? Secondo noi no, perché la legge è uguale per tutti».