* ambientalista, pensatore

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Riceviamo e pubblichiamo dall’ambientalista Pier Giorgio Camaioni un corrosivo pezzo sulla situazione del poliambulatorio di via Romagna, in predicato di essere ceduto dall’Asur previo trasferimento dei servizi in un altro stabile

ROMAGNA MIA

Ovvero

Meglio un brutto gioiello di famiglia che una milionaria immobiliare cafona

Certi posti nessuno li ama, ma servono.
L’Asl di via Romagna, per esempio. Brutta come la fame. Come il circostante brutto d’insieme, d’altronde.
Opaca, fredda, trasandata, spenta. Tralascio altri 15 aggettivi, inutili: la conosciamo tutti, ci andiamo tutti in via Romagna, quasi non c’è niente di più democratico.
San Benedetto centro, anzi, baricentro.
Da scemi preferiamo la macchina, sennò dieci minuti in bici, un quarto a piedi, da dovunque. In bus dipende dal bus, quando gli va.
Niente di più comodo: puoi fare la spesa prima o dopo la visita. Un caffè. Un acquisto. C’è il macellaio, il gommista, la palestra, la lavanderia, il barbiere, l’erborista, la farmacia, la banca; le scommesse ippiche no.
Vicino alla Asl di via Romagna c’è tutto.
E c’è la gente.
Che negli anni s’è consumata.
Intanto la poveretta dimostra più dei suoi anni, da sempre trascurata: le si sono intristiti tutti i grigi e i beige, e quella insulsa rampa d’accesso, poi, a bolli di gomma, che ci muori di malinconia al secondo passo. Dentro, il trionfo dell’assurdo ma tutti abbiamo avuto il tempo d’esplorarla, capirla, utilizzarla.
Conosciamo il “panorama” marrone dalle sue finestre, le abitudini dei condòmini, le liti, la roba sui balconi.
Vi abbiamo patito il freddo d’inverno, sopratutto il caldo d’estate. Certi medici si portano il ventilatore da casa, collegato con fili volanti, la presa non c’è, o è lontana.
“Romagna” mia, sei così.
Così la scansano, fatti più in là, la Asl vicina e comoda come una vecchia pantofola. La vendono.
Quale costruttore si riempirà la saccoccia?
Gli architetti dei politici, dopo esercizi spirituali e meditazioni bancarie, decisero di sbattere l’Asl a Porto d’Ascoli, in periferia, in collina…Finchè c’arrivi sei morto.
Per non ripulirla, ripitturarla, rincivilirla (la struttura è sanissima e razionale, i volumi bastevoli – lo dicono i tecnici – anche per i ventilati accorpamenti) col solito barbatrucco fanno cassa.
S’inventano ad hoc l’ennesimo guasto. Come col mercato di via Montebello, che per non toglierli un po’ d’amianto lo demoliscono per farci cose-ush.
Certi posti nessuno li ama. Quante volte ci siamo andati preoccupati, incazzati, le carte stropicciate in mano; attese, file, parcheggi mancati, sospiri. Poi ne siamo usciti. Magari riabilitati. Lo scivolo a bolle, in discesa, ci ha trovato quasi sempre più sereni.
Certi posti, anche brutti, meno male che ci sono. Lasciateli stare. Non mordono.
E a farli belli mica ci vuole tanto…