SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Condannato a cinque anni: «Niente mafia, non mi dimetto», leggiamo sul Corriere.it.

Usa attricette per corrompere: «Lo fanno tutti, ho un elenco di 50 coppie. Riformiamo la magistratura», sempre sullo stesso giornale.

Ha un partito che adopera, quanto meno, metodi poco ortodossi – usiamo cauti eufemismi – e viene letteralmente “arrestato”: «O il governo approva la mia linea, o è crisi», su Repubblica.it.

Sono solo le ultime incredibili dichiarazioni – nell’ordine: il condannato Totò Cuffaro, presidente della Regione Sicilia, l’indescrivibile Silvio Berlusconi, il super ricattatorio e raccattante Clemente Mastella – di una classe politica che, come scrive Peter Gomez nel blog Voglioscendere.it, ci dà un solo motivo di gioia: il Paese non può essere peggio di loro. Perché è impossibile.

L’arroganza, il denaro, l’ipocrisia; la convinzione di poter addomesticare le menti assuefatte degli italiani.

E tanto altro, che ripeterlo diventa nauseante. Perché le persone normali proverebbero vergogna. Loro, invece, ci fanno vergognare di essere italiani.