SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Può la violenza albergare e diffondersi anche nel calcio giovanile?
La risposta, ahinoi, sembrerebbe positiva. Almeno stando alle amare considerazioni dei vertici locali e provinciali della Lega Nazionale Dilettanti che ieri – giovedì 17 gennaio – hanno illustrato l’andamento dei campionati con il classico vertice annuale tra le società calcistiche del territorio della Provincia.
LA DENUNCIA. «In 3 anni sono aumentate le sanzioni a danno di giocatori e rappresentanti delle società calcistiche. Solo nella stagione 2005/2006 sono state sanzionate 220 persone, e già nell’attuale campionato siamo arrivati a 310 segnalazioni. Io non ci sto. Questo clima non appartiene alla nostra federazione. Non appoggerò mai quelle società che non ravvedono episodi di violenza nei loro giocatori, anzi io le invito a liberarsi di tutti quegli individui che creano tensione».
Questo è stato lo sfogo di Domenico Silvestri, presidente della delegazione di Ascoli della Lnd, che con le sue dichiarazioni ha fatto passare in secondo piano le tanto attese premiazioni previste per le eccellenze del settore giovanile. L’opinione di Silvestri è stata appoggiata da tutti i partecipanti alla riunione, in particolare dal delegato regionale Aia, Renato Picchio: «Il mondo degli arbitri offre un servizio alla Figc, non siamo i suoi zerbini. I gravi episodi di inciviltà che sono avvenuti in questa Provincia devono essere denunciati alle autorità. Sono favorevole alla denuncia in tribunale quando un arbitro viene ingiustamente colpito dai giocatori. Questo comportamento provoca conseguenze: a causa delle azioni sconsiderate dei giocatori cala la vocazione delle persone nell’intraprendere la carriera arbitrale».
Tutti i dirigenti invocano un ritorno al “buon calcio di una volta” e vengono appoggiati dai rappresentanti delle istituzioni politiche locali, come l’assessore provinciale allo sport, Nino Capriotti, o il sindaco di San Benedetto, Giovanni Gaspari: «Io credo che occorra tornare ad una educazione giusta per i nostri ragazzi, che punti ai principi sani dello sport. Oggi molte persone si impegnano affinchè questo sia possibile».
Anche il presidente regionale Lnd, Paolo Cellini, ha tentato di arginare la polemica: «Sono sorpreso nel sentire dire che in questa Provincia esiste un’escalation di violenza anche per il settore giovanile. Ma io ho fiducia nella serietà dei presidenti dei vari club e spero che questi comportamenti rimangano solamente dei casi isolati, da punire ovviamente».
LE PREMIAZIONI Come annunciato, per quanto riguarda il settore giovanile e scolastico del Comitato Locale di San Benedetto la Figc ha voluto premiare: la Sangiorgese con il Premio Disciplina campionato locale Allievi; l’Azzurra Fermo, il Borgo Rosselli e la Folgore con il Premio Disciplina campionato locale Giovanissimi. Premiata anche la Sambenedettese Calcio, campione regionale Allievi Professionisti e Giovanissimi Professionisti.
Nella sezione “dirigenti e allenatori” sono stati premiati Gabriele Brasili della Monteprandonese, Angelo Castronaro della Marina Picena, Paolo Tempestilli dell’Elpidiense Cascinare, Pino D’Angelo della Mariner, che ha voluto dedicare il premio alla sua squadra: «Questo è un riconoscimento che va diviso con tutti i miei collaboratori e con tutti i ragazzi – ha detto – in merito alle polemiche di poco fa, vorrei precisare che la nostra società ha sempre puntato su un “sano” insegnamento del gioco del calcio, nel rispetto delle regole, dell’avversario e delle decisioni arbitrali».
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Può la violenza albergare e diffondersi anche nel calcio giovanile? A questa domanda dovrebbero rispondere tutte quelle emerite persone che alloggiano all’interno delle alte sfere calcistiche, presidenti di società e responsabili dei settori giovanili. Prima di rispondere ad una domanda così importante bisognerebbe analizzare ciò che avviene intorno al mondo giovanile che pratica il calcio. La violenza è figlia di disagi più o meno importanti che albergano tra i giovani atleti. Uno dei motivi fondamentali credo sia l’ingerenza e la scarsa obiettività dei genitori di questi giovani. Subito dopo bisognerebbe far venire fuori una specie di mobbing all’interno della società… Leggi il resto »
Presidente non si sfoghi anche Lei. Forse è opportuno che dia delle "regole sportive vere" con principi sani e civili con obiettivi umani ambiziosi : lealtà, solidarietà, rispetto dei deboli… per questo le chiedo di valutare cause ed effetti. Questo sport (calcio giovanile) che è sempre stato "rifugio" dalle tentazioni e dall'ozio e scuola di vita per tanti, tanti ragazzi con i suoi semplici simboli (es : avere una maglia, poter giocare nel famoso campo europa etc etc ) si chieda, gentilmente, se il suo ruolo glielo consente , con i suoi collaboratori , dov'è finito? Si chieda perchè un… Leggi il resto »
Il trapasso tra il mio essere "bambino" e "ragazzino" lo sintetizzo con il passaggio dalle partite a calcio dalla strada e dall'asfalto al Campo Europa (non cambiava tantissimo: se si cadeva ci si feriva comunque…). L'unica differenza, non da poco, oltre le dimensioni del campo, erano le maglie con il numero, i pantalonci, e le scarpette, finalmente da calciatore. Bastavano ventimila lire. Era l'unico investimento necessario. Il resto, lo passavano le società, fatte di volontari, che con qualche sponsor cercavano di far quadrare i conti. Che tristezza, invece, adesso. Per giocare bisogna pagare. Così i bambini passano da infanzie prive… Leggi il resto »