Il Papa era stato invitato ma, vistosi non gradito, ha declinato l’invito. Semplicemente è successo questo. Il risultato è stato che gli studenti che auspicavano una soluzione simile hanno esultato. Normale, avendo attenuto quello che volevano. Niente da ridire. Non mi sembra invece molto normale che sia diventato per alcuni nostri lettori un motivo per condannare la chiesa ma principalmente quei (secondo loro) fessi che credono. Fino, addirittura, a ritenere che tra Italia e Iran ci sia la stessa intransigenza religiosa.
Non mi sembra che nessuno, tanto meno Pier Paolo Flammini con il suo articolo, abbia voluto imporre la fede cristiana a chicchessia. Anche perché definire la cristianità una religione è inesatto. E’ semplicemente un messaggio che ognuno è libero di accettare o no. L’intransigenza personalmente la vedo in chi ritiene poveri illusi coloro che hanno fede. A me nessuno ha mai imposto niente. La stessa cosa per coloro che vorrebbero leggi anti cristiane alla faccia di chi, invece, non le accetta perchè le ritiene sbagliate nella stessa misura di chi le ritiene giuste.
Con l’aggravante che non accettano chi ritiene che il Papa sia veramente Gesu Cristo in terra e che non ritengono una favola che Gesu Cristo sia il figlio di Dio venuto a morire sulla terra per sconfiggere e annullare il peccato. Non ho visto mai, invece, intransigenza da parte di credenti verso chi non crede.
Vi pregherei di non fraintendere perchè dico queste cose solo in funzione del credente singolo e non delle istituzioni che lo rappresentano che, di errori, anche secondo me, ne hanno fatti e ne fanno ancora tantissimi.
Faccio un esempio con la parola democrazia ed il suo significato migliore: siccome spesso e volentieri i nostri politici ne degenerano il senso e la esercitano in modo sbagliato, non si possono considerare idioti coloro che continuano a crederci.
Da chi non crede in Gesu Cristo io vedo questo tipo di presunzione che mi sembra, giusto per ripetermi, vera e propria intransigenza.