SAN BENEDETTO DEL TRONTO – «E i fatti , dove sono i fatti? Il “presenzialismo” del Sottosegretario o la “pubblicità gratuita” del Sindaco (di Offida ndd) non interessano ai cittadini. L’Italia và in frantumi la provincia si spacca (nessun riferimento a persone o cose realmente accadute) e la polemica avanza… il baratro è questo l’obiettivo dei nostri “votati”. Certamente no e allora per favore lavorate insieme per costruire… dimostrate di esserne all’altezza e grazie per l’attenzione», un commento costruttivo come pochi quello inviatoci oggi dal signor “Larius2004”.
Considerazioni giustissime che mi richiamano al dovere dopo le dichiarazioni del sindaco di Offida, D’Angelo, il quale ha criticato in modo duro quasi inverosimile il sottosegretario Pietro Colonnella, suo collega di partito. Perchè l’abbia fatto è abbastanza facile intuirlo, talmente facile che offende la sua intelligenza e quella dei cittadini che non avrebbero dovuto capirlo. Di più è dispiaciuto a quei lettori-elettori il cui Partito (ora Democratico prima Diesse) ha impedito la libera preferenza. Sia D’Angelo che Colonnella non li hanno, infatti, scelti loro ma il Partito al quale sono fedeli. Beffa nella beffa. Che penserà di quanto avvenuto il gran capo Veltroni, il quale ha presentato il PD come il “nuovo che unisce”.
Se ne avvantaggerà immeritatamente il centrodestra per consumare l’altra beffa nella beffa. Non vedo infatti, né a livello nazionale né a livello regionale o locale, qualcosa di diverso o di migliore, salvo rarissime eccezioni, da chi oggi comanda. Se sono troppo pessimista correggettemi. Ma con i fatti come chiede il lettore Larius2004.
Purtroppo i nostri attuali rappresentanti politici hanno in testa soltanto la carriera che antepongono a tutto. Il bene comune, che dovrebbe essere primario nei loro comportamenti, è soltanto un optional. Rilancio, quindi, con il titolo del mio ultimo disappunto “Politici e elezioni da rivoluzionare”.
Se seguite le vicende legate alle Primarie americane potrete notare che oltre oceano il problema è lo stesso: il fatto che, in qualche stato, vada a votare un elettore su 10 è emblematico. A dimostrazione però che, con tutti i suoi difetti, gli Stati Uniti anticipano sempre gli eventi, lì sta avanzando la voglia di un rinnovamento politico senza precedenti. In Italia invece si continua ad usare parole come “populista”, “fa solo demagogia” e altre banalità per definire chi prova a chiedere un po’ di trasparenza. Con l’aggravante che sono ancora troppi a crederci.
Pietro Colonnella. L’attuale sottosegretario merita un distinguo: lui si è sempre ben guardato dal parlar male pubblicamente di suoi colleghi di partito o di chi vorrebbe ostacolare la sua carriera politica. Ha solo esercitato (non va assolutamente condannato per questo) la strategia della presenza senza dar fastidio a nessuno se non a chi, probabilmente, lo ritiene avversario per una futura poltrona sempre più comoda. Segno gravissimo che certi politici hanno gli elettori in mano e i conti per soddisfare le proprie ambizioni… potrebbero non riportare. Una sicurezza che fa male alla democrazia e che, secondo me, gli elettori devono provare a scalfire.
Nella vicenda D’Angelo, Colonnella ha preferito restare nel silenzio (tra i tanti comunicati che invia nessun accenno di risposta) anche se in un incontro casuale con il sottoscritto, se l’è presa con il mio giornale che ha dato per primo risalto alle parole del sindaco di Offida. Ha anche fatto insinuazioni (gliele avrebbero riferite…) che non ho affatto gradito.
Forse abbiamo sbagliato (ho sbagliato) a non pubblicare in contemporanea una sua risposta a D’Angelo (se avesse avuto o avrà intenzione di darla) ma non a pubblicare uno “scontro”, seppur unilaterale, così raro, come quello tra due esponenti dello stesso partito. Mi auguro che anche il sottosegretario Pietro Colonnella faccia pubblicamente il “mea culpa” per certe frasi usate nei nostri confronti.