SAN BENEDETTO DEL TRONTO – In prigione, anzi agli arresti domiciliari a Roma, anzi agli arresti domiciliari a San Benedetto, anzi di nuovo in carcere.

Cronaca di un colpo di scena plurimo: la sintesi è che per Marco Ahmetovic si riaprono le porte di Marino del Tronto. Dopo l’ultimo provvedimento giudiziario resterà dunque in carcere e non andrà più agli arresti domiciliari, né presso il residence dove è stato ospitato per tre mesi fino al 20 dicembre né tantomeno in un campo nomadi a Roma. Non ha passato neanche una notte agli arresti domiciliari, il responsabile della strage di Appignano del 23 aprile scorso in cui persero la vita quattro adolescenti, travolti dal suo furgone guidato in condizioni di totale ubriachezza.
Lo ha deciso il gip del tribunale di Ascoli Piceno, Annalisa Gianfelice, che ha revocato l’ordinanza – da lei stessa firmata ieri – con la quale concedeva al giovane gli arresti domiciliari.
Il magistrato ascolano nella sua ultima ordinanza non ha ritenuto idoneo il rientro nell’appartamento di Porto d’Ascoli di proprietà di un amico di Ahmetovic.
La permanenza in carcere rappresenta il terzo colpo di scena in 24 ore: prima la concessione dei domiciliari in un campo nomadi a Roma dove vive la sorella del giovane rom – con annesso obbligo di frequenza per cinque giorni a settimana di una struttura per alcolisti – poi la concessione dei domiciliari nel residence sambenedettese, deciso dalla Corte d’Appello di Ancona per evitare il pericolo di fughe.
Secondo il Corriere della Sera la decisione del gip di Ascoli è giunta dopo che il ministro della Giustizia, Clemente Mastella, aveva dato mandato «di acquisire ed esaminare immediatamente» il provvedimento con cui il giudice aveva ripristinato gli arresti domiciliari.
Mastella, in una nota, ha spiegato che ciò avrebbe potuto verificare l’esistenza di presupposti per avviare un’eventuale azione disciplinare nei confronti del gip, «valutando l’eventuale sussistenza di profili di abnormità o grave negligenza nell’adozione del provvedimento stesso».