ASCOLI PICENO – Bar e ristoranti senz’acqua dal 28 dicembre in poi, e proprio in un periodo delicato come quello natalizio. La Confcommercio provinciale di Ascoli chiederà i danni attraverso una class action, cioè una causa collettiva di risarcimento. Una disdetta, sostengono gli operatori commerciali, che ha soppiantato gli effetti negativi temuti a causa della crisi dei consumi.

«Nessuno avrebbe mai potuto immaginare il maggior danno economico provocato dalla improvvisa mancanza d’acqua – afferma il direttore provinciale Giorgio Fiori – soprattutto i bar e ristoranti hanno avuto il disagio maggiore pur ingegnandosi in ogni modo per non dover addirittura chiudere gli esercizi. Diamo atto alle Iistituzioni di avere subito organizzato i rifornimenti per la cittadinanza, anche se forse l’avviso della rottura è arrivato in ritardo, ma le esigenze di bar e ristoranti erano ben più ampie».
Nei primi giorni della crisi la Confcommercio si è data da fare per trovare autobotti private, messe a disposizione a titolo gratuito da alcune aziende locali, per il rifornimento più immediato ad Ascoli e nei centri limitrofi.

Continua Fiori: «La maggior parte dei locali erano più o meno organizzati con serbatoi propri, sufficienti però solo per alcune ore e non per giorni, tanto che le autobotti sono state provvidenziali a garantire l’erogazione idrica alle cucine, ai banchi bar e quindi alle toilette».
Il presidente dell’associazione di categoria Igino Cacciatori sostiene che il danno economico c’è stato eccome: «Al di là del disagio e degli impegni anche economici che i pubblici esercizi hanno dovuto affrontare, il danno c’è stato e qualcuno dovrà risarcirlo, se verranno confermate negligenze e responsabilità dirette. Nel frattempo provvederemo ad accertare i danni reali subiti dalle nostre imprese, mettendo in piedi se sarà possibile una causa collettiva di risarcimento anche perchè gli operatori che vengono spesso additati come speculatori, e che debbono sostenere eccessivi oneri anche per le depurazioni delle acque, hanno il diritto di essere tutelati».