Giorgio De Vecchis*

Egregio Direttore,
immagino non abbia ricevuto risposte, motivazioni, argomenti, o“uno straccio di prova” dal sindaco Gaspari in relazione al mio presunto conflitto d’interessi. E’ provato quindi che il Sindaco non dice la verità ma ci prova per confondere l’opinione pubblica. E’ l’ultima bugia di una lunga serie.
Si ricorda quando mi fu negata copia della comunicazione del presidente del Collegio Sindacale della Multiservizi inviata al Sindaco che il segretario non aveva protocollato: Gaspari dichiarò che non era stata protocollata perché era una comunicazione personale… Bugia: la lettera in questione era una lettera ufficiale indirizzata al sindaco e firmata dal presidente del Collegio sindacale.
Ha detto che An strumentalizza sulla sanità (in particolare io) perché avremmo interessi sui primariati, come se i primari li nominasse An.
E ancora: sulla pagina locale di un quotidiano ha dichiarato che il ritardo dell’apertura del Concordia sarebbe da addebitarsi al sottoscritto che avrebbe fatto ricorso al Tar contro la vendita dell’immobile alla Picenambiente, senza accennare che la delibera era sbagliata e faceva addirittura riferimento ad una perizia inesistente e mai protocollata in Comune (dello stesso perito che ha firmato le stime di massima sugli immobili di cui Sambenedetto Oggi e Riviera Oggi hanno scritto ultimamente) e che quindi perizia e delibera sono state rifatte e si sono persi mesi per colpa non certo mia. Quante bugie!
Ho appena sentito Travaglio…
Per la seconda volta in meno di sei mesi ha fatto una fotografia della realtà estremamente lucida, ma nessuna soluzione. Né potrebbe essere diversamente. Non è compito del giornalista che deve solo fotografare la realtà ed è già tanto che esiste ancora qualcuno come Travaglio e come le vostre testate che non fanno fotomontaggi. Udite, udite:
I PARTITI, sono tutti collusi con le varie lobbies di potere (mafie, banche, poteri economici ecc.) e sono pieni di “lestofanti” passati in giudicato; si ricattano a vicenda e fanno leggi che fanno comodo agli interessi della loro classe dirigente e delle lobbies, senza affrontare i conflitti di interessi di Berlusconi e di altri, senza pensare minimamente ai cittadini; scelgono loro i parlamentari, l’elettore non ha potere di scelta;
-certi magistrati sono resi impotenti per evitare che controllino l’attività della politica;
-l’informazione è censurata tranne qualche mosca bianca;
-la partitocrazia e le altre “caste” calpestano le regole ed i principi della democrazia;
San Benedetto del Tronto non fa eccezione: siedo in consiglio comunale dal 1997, ho iniziato a far politica dopo tangentopoli, con la presunzione di tentare di cambiare le cose e non ci sono riuscito: la situazione “sistemica” locale è identica a dieci anni fa, con destra e sinistra al potere.
Travaglio lascia intendere che spetta al popolo dare una risposta.
Come? Non certamente con il voto o con il “non voto”. Cosa rimane? La ri-partecipazione di massa ai partiti per tentare di cambiarli dalla base? Il grillismo? Le civiche? La rivoluzione?
Lei che ne pensa direttore?
                                                               *Consigliere di An – Comune di San Benedetto del Tronto

Il direttore risponde
«Caro De Vecchis,
ti chiedi come “ridemocratizzare” l’Italia, San Benedetto compreso. La parola “rivoluzione” è quella giusta e comprende anche le altre tue tre ipotesi. E’ importante capire come, escludendo naturalmente il modo cruento. La tua lettera dimostra infatti che non è facile debellare un “nemico della democrazia” così potente.
Escluderei l’ipotesi “cambiare dalla base” per il semplice fatto che tu stesso ne denunci il fallimento. Toglierei anche le liste civiche perché nascono (o perlomeno fino ad oggi è stato così) con gli stessi criteri della politica malata che tu stesso denunci: con due-tre candidati “integri” e tanti “furbi” dietro. Servirebbe, invece, far capire all’elettore che non deve votare per chi potrebbe “ricompensarlo” personalmente quando andrà al potere. Oppure votare chi gli è stato suggerito da altri. Il voto deve diventare consapevole per altri motivi. Altrimenti meglio non votare.
Un’idea? Mettere a disposizione uno spazio su internet (forse lo faremo) nel quale i cittadini possono inserire nomi, motivazioni incluse, di chi potrebbe far parte dei candidati. Una specie di pre-primarie popolari. Ne riparlerò.
Per ora, però, l’unica e prima cosa che mi sento di consigliarti è quella di dimetterti dal Partito che rappresenti, altrimenti ti smentisci da solo»