SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Le battute di Maurizio Natali, poi relegato al ruolo di segretario sportivo, le “sparate” di Guido Ugolotti («Se perdiamo a Gallipoli me ne vado») – defenestrato pure lui – infine le urla di Enzo Nucifora.
Cambiano i dirigenti e gli allenatori, ma alla Samb sul banco degli imputati sale sempre la squadra. Dai calciatori in calza maglia e gonnellini – così l’ex diesse Natali li aveva definiti perché, a suo dire, giocavano con il fioretto – agli attributi a cui lunedì si è appellato l’avvocato Nucifora, sono passati dei mesi. Tutto però è come prima: classifica difficilissima, morale a terra, la piazza scontenta. Ancora: il futuro fa paura.
Samb poco cattiva, Samb senza carattere. In mezzo tante partite, sconfitte, delusioni. Un solo raggio di sole: il secondo tempo disputato contro la Juve Stabia. A quello ci si era aggrappati. Finalmente si cambia registro. Poveri illusi. L’insipido 0-0 maturato domenica contro la Massese ci ha riportati al punto di partenza. Le dichiarazioni di Nucifora come detonatore della delusione che cova ormai da tempo (troppo) nelle alte sfere dirigenziali. Il presidente non ha voluto parlare. Per ora. Ma sappiamo che sottoscriverebbe in pieno le parole dell’avvocato di origini siciliane.
Adesso insomma tocca a loro, ai giocatori che da inizio ottobre, subito dopo l’esonero di Ugolotti, hanno deciso di interrompere i rapporti con la stampa. Parleranno sul campo, speravano gli ottimisti. E invece.
C’è ancora un mese di tempo per salvare il salvabile e prepararsi nel migliore dei modi al girone di ritorno. Il derby di Ancona è uno snodo cruciale della stagione, per mille motivi. Il primo di una serie di scontri diretti fondamentali in chiave salvezza. Dopo la vicecapolista ecco, in rigoroso ordine cronologico, Sangiovannese, Potenza, Salernitana e Taranto. I 15 punti in palio non sono pochi.
Chi vuole restare dimostri, da qui a fine dicembre, di essere all’altezza. In caso contrario la piazza si sentirà giustificata a pensare che i valori di questo gruppo – tecnici, ma soprattutto morali – non esistono. Ma soprattutto: se anche stavolta Tinazzi e soci non risponderanno con un’energica sterzata, la società sarà costretta al repulisti. Nucifora – la sua breve parentesi a Pescara (e non solo) insegna – sa come si fa a rivoluzionare una squadra in pochi giorni.