ha collaborato Giada Siliquini 

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Un incidente che poteva essere evitato, quello di cui è stato vittima Gabriele Di Carlo, colpito dal cassone di un camion in movimento? Quel sottopasso ferroviario andava chiuso mentre erano in corso i lavori sulle ringhiere del passaggio pedonale? E se le cose stanno così, chi ha la responsabilità di non averlo fatto?
Domande a cui giungerà una risposta dall’inchiesta aperta dal sostituto procuratore della Repubblica di Ascoli Adriano Crincoli. Nel frattempo si piange la morte dello sfortunato lavoratore, chiedendosi se non sia stata una grave omissione il non aver provvisoriamente chiuso la circolazione stradale in quel tratto di strada, che in quel momento era interessato dai lavori eseguiti dall’operaio del Comune insieme con un collega del reparto Manutenzione Urbana.
Il legale della famiglia Di Carlo, l’avvocato sambenedettese Renzo Vespasiani, afferma di voler presentare una querela al Comune: «Se il pubblico ministero riterrà che ci sono state delle responsabilità formulerà dei capi di imputazione e delle richieste di rinvio a giudizio».
Per l’avvocato, comunque, non è sbagliato sostenere che c’è stata una «leggerezza» perché «quel tratto di strada andava transennato durante i lavori. Speriamo che la nostra azione legale serva anche a impedire nuovi drammi del genere in futuro».
UN SOTTOPASSO PERICOLOSO Quello di via Mare è un tratto di strada rettilineo che incrocia la ferrovia adriatica con un ripido sottopasso automobilistico. In quel punto, alcuni anni fa, trovò la morte una giovane ciclista, straziata dai veicoli dopo essere caduta.
Le due corsie pedonali sono due strette strisce di cemento delimitate da ringhiere. Sono proprio le ringhiere che lo sfortunato operaio stava riparando con una pistola saldatrice quando, sportosi lievemente per controllare il lavoro fatto, è stato colpito al capo dalla parte superiore di un camion che transitava nel sottopasso.
In molti a Porto d’Ascoli concordano nel giudicare pericoloso quel sottopasso. Abbiamo raccolto l’opinione di Alfredo Cicconi, presidente del comitato di quartiere Mare:
«Sono anni che ne parliamo, è pericoloso soprattutto per i pedoni e i ciclisti. Se la Provincia di Ascoli non avesse realizzato il sottopasso ciclabile di via dell’Airone, ora tutti i residenti del centro di Porto d’Ascoli sarebbero costretti a passare in via Mare con le bici o a piedi per recarsi in spiaggia. Occorre pensare seriamente a un nuovo sottopasso, anche automobilistico, per esempio nella zona della stazione ferroviaria».