SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Parto dalla fine: la Tac si è di nuovo rotta alle 18 circa di sabato 24 novembre. Nuova emergenza quindi senza l’importante apparecchiatura.
“Ospedale in stato di graduale disfacimento” è invece, il titolo ideale per sintetizzare, quello che sto per comunicarvi. Il nosocomio sta precipitando verso il totale annullamento. Tra parentesi: in questi giorni vado spesso, per motivi personali, al Mazzoni di Ascoli dove è ricoverato un mio parente. Ho incontrato molte persone di San Benedetto come capitava molto raramente fino a qualche tempo fa.
Passiamo allo scandalo. Sono state annullate sabato regolari prenotazioni, pare senza valide motivazioni, di pazienti che nella giornata odierna dovevano subire interventi in sala operatoria.
I signori Nazzareno Maranci, Guerriero Franchi, Orazio Sebastiani, Rocco Caponero, Fabio Federici, Gustavo Renzi (gli ultimi due di Fossombrone) sono letteralmente imbestialiti anche perché avevano spostato alcuni loro impegni. In particolare Guerriero Franchi e Fabio Federici con i quali approfondiremmo la vicenda lunedì prossimo.
Se ben ricordate, nel mio disappunto quotidiano del 15 novembre scorso, scrivevo: «Dal 25 novembre prossimo il dottor Cocca prenderà possesso in prima persona della sala operatoria del nostro ospedale. Con il dottor Finicelli in mobbing? Sarebbe il primo caso da quando Petrone (Direttore generale) e Anconetani (Direttore sanitario) tirano le fila del “Madonna del Soccorso”? Credo di no»
Dimostra che il direttore generale Petrone, il direttore sanitario Anconetani lo sapevano ma sapevano anche che diversi pazienti esterni avevano preso appuntamento con l’attuale responsabile del reparto, dottor Finicelli, per stamattina. Come minimo avrebbero dovuto evitare che gli interventi saltassero. Per rispetto del medico Finicelli ma principalmente perché i pazienti non devono entrare in beghe interne all’ospedale.
Doveva evitare, Petrone, che il reparto di oculistica diventasse dominio ascolano prima ancora che tra il nuovo primario dottor Cocca e il dottore Finicelli si chiarissero, senza imposizioni di sorta (che pare ci siano state) alla faccia di assistiti che avevano diritto al rispetto degli appuntamenti presi se non fossero intervenuti problemi seri che giustificassero il rinvio o l’annullamento della prenotazione.
Insomma, dopo il danno di un ospedale sempre più “disabilitato” a vantaggio di quello ascolano, anche la beffa. Oggi l’hanno subita quattro cittadini sambenedettesi e due di Fossombrone, nei prossimi giorni a chi toccherà? Molti, infatti, se ne accorgeranno soltanto quando il problema li investirà direttamente. Magari quando capiranno che assistere un parente a San Benedetto o in Ascoli è completamente differente. A quel punto però Petrone & C. avranno già compiuto la loro missione.