SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Alleanza Nazionale spiega una proposta di modifica al progetto di gestione integrata degli ospedali di Ascoli e San Benedetto, che sta muovendo i primi passi per volontà della Regione Marche. La proposta consisterebbe nel dare autonomia di bilancio all’Area Vasta numero 5, quella del Piceno appunto, in modo da poter reinvestire nel territorio gli eventuali benefici economici procurati dal nuovo metodo di gestione. Risparmi peraltro necessari, visto il buco di 105 milioni di euro nell’ultimo bilancio del sistema sanitario regionale.
La proposta è spiegata nel dettaglio dal presidente provinciale del partito Guido Castelli, commentando l’ordine del giorno presentato al consiglio provinciale da Pasqualino Piunti, Vittorio Crescenzi, Massimiliano Brugni, Attilio Fedeli: «L’integrazione del sistema sanitario fra Ascoli e San Benedetto parte in un quadro organizzativo e giuridico non adeguato. Lo devono ammettere anche i più fervidi sostenitori dell’integrazione. Servono garanzie precise affinché i risparmi economici della gestione in Area Vasta rifluiscano a vantaggio degli ospedali di questa zona, nei quali il budget di spesa per ogni singolo utente è già molto basso di per sè. Con la situazione odierna – continua Castelli – l’Area Vasta non ha alcuna autonomia né giuridica né di bilancio e deve sperare solo nel buon cuore del vertice regionale dell’Asur».
Insomma, per Castelli e per il gruppo provinciale di An più che razionalizzazione si rischia il razionamento delle risorse per i due ospedali piceni.
«An vuole essere propositiva e invitare la Regione a costituire l’azienda ospedaliera “Ospedali Riuniti di Ascoli e San Benedetto del Tronto”. Non un nuovo polo sanitario di vallata, beninteso, ma un ente che abbia una precisa identità giuridica e autonomia in materia di bilancio, gestione e reclutamento del personale, acquisto di beni e servizi». Ciò, secondo Castelli, eviterebbe anche tragicommedie come quella che sta avvenendo intorno all’acquisto della nuova Tac a San Benedetto, già finanziato ma rinviato sine die per traversie burocratiche.
Nell’ordine del giorno presentato da Piunti e colleghi in Provincia, si legge: «Quello che sta avvenendo è un unicum a livello regionale, in quanto l’altro progetto di integrazione deliberato riguarda Fano e Pesaro, cioè una zona dove già opera un’azienda ospedaliera».
In alternativa alla nascita dell’azienda ospedaliera, An propone di istituire l’obbligo di reinvestire nell’Area Vasta numero 5 le risorse economiche risparmiate con l’integrazione.
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