SAN BENEDETTO DEL TRONTO – «Sulla crisi Foodinvest-Marollo sarebbe ora di iniziare a preoccuparsi anche delle imprese agricole, le quali sembrano sino ad oggi essere state dimenticate, nonostante debbano ancora ricevere oltre due milioni di euro e si trovino in pesanti difficoltà economiche per l’impossibilità di recuperare gli alti costi di produzione. In altre parole, il Gruppo Malavolta deve dare garanzie formali, e non fare semplicemente promesse».
E’ la denuncia di Coldiretti Ascoli-Fermo, in attesa della riunione del Tavolo verde che dopodomani, giovedì 22 novembre, metterà a confronto le organizzazioni agricole, la Provincia di Ascoli Piceno e la proprietà delle due industrie di San Benedetto e Rotella.
«Abbiamo effettuato una serie di incontri sul territorio e la situazione che ne emerge è drammatica – spiega il direttore Anacleto Malara – le imprese che avevano contratti con Foodinvest e Marollo non hanno ancora ricevuto una lira degli oltre due milioni di euro previsti complessivamente dai contratti di coltivazione stipulati con l’industria. Considerato che si tratta di produzioni di qualità dai costi piuttosto alti, molte aziende si trovano ora in difficoltà economiche».

Coldiretti Ascoli-Fermo ha invitato le istituzioni ad attivarsi affinché, oltre alle legittime esigenze dei lavoratori dei due stabilimenti, vengano tutelate anche le imprese agricole.
«In questo territorio si produce circa un milione di quintali di ortaggi, un terzo del totale regionale, e il 70% della frutta marchigiana – continua il direttore interprovinciale di Coldiretti – e serve dare certezze alle aziende per tutelare il futuro di un settore importante per la nostra economia. L’anno era iniziato male con la dichiarazione della crisi di settore per l’ortofrutta, e proseguito peggio con i danni causati dalle anomalie climatiche. Cerchiamo di non chiuderlo con un ulteriore disastro».

Coldiretti Ascoli-Fermo chiede un intervento anche alla Regione Marche. «Le imprese che forniscono al Gruppo Malavolta sono entrate in due apposite Organizzazioni di Prodotto (Op Verditalia e Op Marollo), attraverso la quale erano stati stipulati i contratti – spiega Malara – ma l’appartenenza alle Op ora le vincola e impedisce loro di poter entrare in altre Organizzazioni e cercarsi altri mercati. Serve che la Regione le ‘liberi’ da questo legame prima che sia troppo tardi».

Ricordiamo che recentemente il gruppo Malavolta ha firmato un accordo con la holding Blue Skye, per giungere a un riequilibrio finanziario del gruppo stesso.