SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Non è la prima volta che l’opposizione solleva il tema del presunto conflitto di interessi fra Loredana Emili e la delega di assessore alla Sanità nella giunta Gaspari. Ma è la prima volta che l’accusa di incompatibilità morale – la Emili è dipendente del sistema sanitario regionale – viene formalizzata in un atto ufficiale come una mozione al Consiglio comunale. E il contesto è quello che anima da un mese a questa parte la polemica politica sulla sanità locale: la riforma organizzativa con il metodo dell’Area Vasta degli ospedali civili di San Benedetto e Ascoli.
Giorgio De Vecchis (An) scrive infatti: «Sino a oggi l’assessore Emili non ha svolto nessuna attività né informativa né propedeutica alla formazione degli indirizzi da parte del Consiglio comunale».
Per De Vecchis si tratta di «assenza istituzionale» bella e buona, che deriverebbe dal fatto che l’assessore alla Sanità è anche dipendente amministrativo del sistema sanitario regionale. Ci sarebbe dunque un conflitto di interessi, anche se questo non comporterebbe in alcun modo una incompatibilità legale di sorta?

E’ quanto sostiene De Vecchis, che chiede al sindaco Gaspari di ritirare la delega alla Sanità della Emili e dare mandato alla commissione consiliare “Problemi sociali” di esaminare le proposte di riorganizzazione a cui stanno lavorando alcuni gruppi di lavoro fra Ascoli e San Benedetto.
Gruppi dei quali fa parte anche l’assessore Emili, a partire dallo scorso mese di luglio. Rincara la dose De Vecchis: «L’assessore è informata da tempo di questa riforma della sanità locale, ma non ne ha mai informato il Consiglio comunale. Senza gli approfondimenti necessari, come possiamo noi consiglieri esercitare il diritto dovere di controllo, indirizzo e verifica nei tempi utili?».
Il collega di partito Benito Rossi invita alla calma i responsabili del sistema sanitario regionale, «per evitare di ripetere i disastri fatti negli anni passati, di cui ancora si pagano le conseguenze in termini economici e di qualità dei servizi». L’esponente di An spiega di non voler “sparare sul pianista” – fuor di metafora, sul dirigente della zona 12 Asur Giuseppe Petrone – ma di invitare la parte politica alla moderazione e alla riflessione concordata con le esigenze del territorio.
Non sul pianista, dunque, gli “spari” di Rossi, ma sullo spartito che rischia di dover suonare.
Che sia una riforma di enorme portata, quella della gestione in Area Vasta, è fuor di dubbio. Basta dire che ci sono ben 31 aree sanitarie che rientrano nel maxi progetto sperimentale di gestione integrata fra gli ospedali delle due capitali del piceno. Praticamente sono coinvolti tutti i reparti medici dei due nosocomi.
Per la Regione distribuire diversamente le specializzazioni mediche fra il “Mazzoni” e il “Madonna del Soccorso” comporterà risparmi e servizi migliori, ovviamente concedendo risorse nuove in termini di strutture e personale. Ma c’è chi sostiene che al contrario i servizi peggioreranno e la situazione economica pure.