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SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Integrazione degli ospedali di Ascoli e San Benedetto e loro gestione con lo strumento dell’Area Vasta (che è appunto solo uno strumento, non un nuovo ente); sono gli argomenti all’ordine del giorno della politica sanitaria regionale. Un gruppo di direttori sanitari, fra cui anche quello di San Benedetto Giuseppe Petrone, sta elaborando 31 progetti per quella che viene definita come una “razionalizzazione”.
E i sindaci del territorio ascolano e rivierasco studiano con attenzione il lavoro di questi manager della sanità pubblica.
Sentite le perplessità del sindaco di Ascoli Piero Celani, all’uscita dal suo incontro con l’omologo sambenedettese Gaspari: «Questa sperimentazione mi fa dubitare, perché temo si possa trattare di un livellamento verso il basso della qualità di entrambi gli ospedali. Due poliambulatori, insomma. Se non prevede nuove risorse in termini di personale e di strumentazioni mediche non ci interessa, anzi la osteggeremo. Si possono integrare le cose che funzionano, non quelle che già di per sé sono in sofferenza».
Due debolezze non fanno una forza, dunque, per l’inquilino dell’Arengo. Nulla più? «Questo esperimento sarà positivo se, ad esempio, il reparto ascolano di Emodinamica potrà finalmente lavorare 24 ore su 24. Ma sono preoccupato perché negli ultimi atti della Regione Marche non si fa cenno alle risorse economiche da mettere in campo».
Gaspari si mostra più ottimista: «Con Celani e gli altri sindaci stiamo discutendo le nostre interpretazioni del concetto di Area Vasta che, non dimentichiamolo, è nato per dare un’opportunità in più per tutto il territorio da Comunanza a Pedaso».
La preoccupazione per un eventuale livellamento verso il basso degli ospedali di Ascoli e San Benedetto viene affrontata così dal direttore dell’Asur zona 12 Giuseppe Petrone: «E’ sbagliato dire che gli atti ufficiali della Regione non parlano di risorse economiche per la sanità del piceno. Perché nelle delibere si parla della creazione di nuove eccellenze nell’offerta sanitaria. Ora io e il nostro gruppo di lavoro ancora non sappiamo quantificare le risorse di cui abbiamo bisogno. Dovremo elaborare un progetto e presentarlo alla Regione». Solo in quel momento, dice esplicitamente Petrone, si saprà se Ancona finora ha scherzato oppure fatto sul serio.
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A pedaso non so quanto.. penso faranno molto prima ad andare al nuovo ospedale di fermo che si dovrà costruire… ma anzichè razionalizzare la sanità, perchè non razionalizzate un pò di poltrone in provincia, provincette, enti, entini…. frazioncini…..