SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Tanti morti, tanto sangue, e sempre daccapo. L’ultimo fatto, quello che ha coinvolto il povero Gabriele Sandri, è forse il più stupido, e per questo più inquietante, come dinamica: casuale o volontaria, lo stabilirà la Giustizia. Chi ha sbagliato dovrà pagare.
Purtroppo però nella mente di tutti gli italiani, e non solo, resterà poco di questo incidente: se non l’autogrill spoglio, le sciarpe dei tifosi come segno di ricordo, la rabbia dei familiari. Mentre le immagini della guerriglia da stadio e urbana scatenata a Bergamo, Milano, Taranto e soprattutto Roma risulteranno indelebili.
Scriviamolo senza paura: chi si è macchiato di quei gesti, probabilmente, non aspettava altra occasione per sfogare la propria ira e la propria frustrazione. Spesso si parla di “mentalità ultras”, i ragazzini che vanno allo stadio vengono cooptati da questa logica del branco gerarchica, per cui si decide quello che scelgono i capi carismatici. Dentro tutti amici, all’esterno tutti nemici. Non è importante chi sia, basta mettersi contro la Curva e si è identificati: “Pubblico di merda”, viene urlato agli altri settori quando non partecipano o disapprovano certi comportamenti (tre settimane fa, a San Benedetto, ciò avvenne dopo una serie di bombe carta lanciate dalla Curva).
La retorica ultras non è facile da smantellare: qualche domenica fa, di ritorno da Arezzo, ricordai come nel 1986 un pullman di tifosi sambenedettesi, di ritorno dalla Toscana, seminò il panico in autogrill e all’interno dell’autobus soprannominato “della droga”. Una macchia nera che però ha dalla sua anche una perversa attrazione: di quell’autobus parlarono i giornali, i protagonisti divennero dei beniamini cittadini, e la tifoseria poteva pavoneggiarsi come violenta e antisistemica nei confronti delle altre. Provate a leggere cosa si scrive nei forum ultras: chi non afferma di avere il coraggio di menare a mani nude, è considerato un “borghese”, un “mezzo uomo”. Una retorica da smantellare.
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Ultras è una parola molto complessa, dai mille significati e dalle mille sfaccettature. Anche tu Flammini ti stai macchiando di minimizzare un qualcosa che sicuramente conosci solo dall’esterno. Ultras è anzitutto aggregazione, quante amicizie sbocciate in curva. Ultras è senso di appartenenza, che bello sentirsi tutt’uno con un gruppo di amici. Ultras è identità, difendere a tutti i costi la bandiera della tua città. Ultras è valori e tradizione, che vinca o che perda si tifa e si lotta sempre per la maglia. Solo alcuni aggettivi, solo alcune definizioni. Anche io condanno gli incidenti avvenuti a Roma, d’altronde potevo benissimo… Leggi il resto »
Voler fare il poliziotto, il carabiniere, l’avvocato, il magistrato, il dottore è anzitutto avere alla base la passione per la legalità, la giustizia, il volere fare del bene per la propria gente. E invece spesso questi lavori vengono fatti per necessità, perché non si trova lavoro, perché si ha l’amico o il parente che ci farà fare carriera, perché siamo esaltati…perché…non so perché… …ma questo è un problema di TUTTI i lavori. In ogni settore lavorativo trovi chi fa quel lavoro con passione e dedizione, è spinto da un ideale (chi in modo più evidente e chi in modo più… Leggi il resto »
Tutti noi conosciamo persone, e ne diventiamo amici, grazie a qualche hobby, interesse comune …, e allora? La stessa cosa vale per chi condivide non solo la "passione" sportiva ma anche la modalità di esprimerla (i cosiddetti ultras). Ultras non vuole dire automaticamente "persone violente", ma che molti gruppi hanno questa matrice è un dato di fatto, come è un dato di fatto alcune ingiustizie commesse dalle forze dell'ordine e che alcuni loro esponenti colgono l'occasione per sfogare la loro voglia di violenza (potrebbero far tranquillamente parte della frange violenta degli ultras). L'interesse per un qualcosa unisce sicuramente, si crea… Leggi il resto »
Caro Alessio, sono contento del tuo intervento, perché ci consente di discuterne senza timori. Fai bene a scrivere quelle cose. Vado al tema che mi appassiona meno: il ruolo delle forze dell'ordine. Che sbaglino, come è accaduto domenica scorsa, è evidente (per non parlare di Genova 2001: basta vedere on line una delle ultime puntate di "Misteri d'Italia". Che io non ami la "regimentazione" degli stadi, che io sappia cosa vuol dire una trasferta, e quindi capisco certe situazioni. Però non è di questo che voglio parlare. E io non conosco queste cose solo dall'esterno. A San Benedetto quasi tutti… Leggi il resto »
egregio signor flammini. Liquidare con la sua riflessione di due righe ciò che è accaduto domenica, equivale a calpestare ancora la verità su Gabriele Sandri, e tutti quelli che in qualche modo ci hanno rimesso, anche e soprattutto secondo me, quelli che si ritrovano le auto bruciate. si faccia prima una trasferta con la T maiuscola, ma non a napoli/napoli play off/ rimini/ parma… se poi vogliamo parlare dei violenti, parliamone ma non tenti di mischiare il mondo ultras, san benedetto e i violenti. sta andando fuori strada. venga ad arezzo, pistoia avellino e in tutte le altre partite dove… Leggi il resto »
ciò che è accaduto domenica è sintomatico della crisi che sta attraversando la nostra società.. fin dagli anni 60 la lotta si è spostata dalle politica al calcio, dalle piazze alle curve.. cori, nomi e slogan di chiara matrice politca, il bisogno di sentirsi parte di qualcosa, noi contro loro… e ancora le sciarpe, il cappuccio calato, quasi a voler creare una divisa.. prima si credeva nella politica come artefice di cambiamenti… ora ci si rifugia nel gruppo per tentare di sentirsi qualcuno, di sfogare le frustazioni di vite piatte, piene di problemi e stressanti… persone che prese singolarmente non… Leggi il resto »
Caro signor Bruni, naturalmente adesso di trasferte ne faccio tante, ma in altra veste. Ho tanti amici e conoscenti che le fanno o le hanno fatte anche in 50. So che possono accadere cose spiacevoli. Ma se nelle curve italiane scrivessero uno striscione No alla violenza del calcio, cosa ci sarebbe di scandaloso. Ma sarebbe un atto di sovversione rispetto all'esistente, quindi, allo stato attuale, una mia mera provocazione. Non sono un sociologo e oltretutto non mi piace fare sociologia su tutto. Io mi limito a dire che una parte della nostra "intimità", chi più chi meno, in determinati momenti… Leggi il resto »
Lo scrittore Nick Hornby, autore di Febbre a 90°, fece questa interessante riflessione dopo i fatti di Catania: Altro che scontro di civiltà. Questa nuova tragedia calcistica è avvenuta in un´isola del Mediterraneo, tra persone che vivono nello stesso posto e hanno la stessa cultura, la stessa religione, lo stesso stile di vita e le stesse abitudini. Se ciononostante hanno sentito il bisogno di scatenare ugualmente una simile violenza omicida, che speranza possiamo avere di evitare tragedie analoghe nel resto del mondo, in situazioni in cui nel nome del football si incontrano, o si scontrano, culture, religioni, tradizioni spesso totalmente… Leggi il resto »
e'impressionante, come il calcio possa produrre una quantita
di parole e alle parole dare significati roboanti, otto interventi e un canto della divina commedia equivalente.
praticare il calcio, in tutti e sensi, e' pratica infernale,
tutte le cose qui dette, si possono passare per buone, ma
evidente non lo sono, drammatizzare il mondo del calcio
serve solo agli sciacalli…..
faccio un esempio per i piu' giovani: negli anni piu' duri
della contestazione, anche in citta' conparvero le pistole
e l'eroina e tutto ando' a puttana…..
hooliganismo in inghilterra è morto??
su discovery chanell da circa un mese stanno trasmettendo un docuimentario sul movimento hooligan di tutto il mondo. la prima puntata è stata proprio linghilterra con il suo modello inglese! se avete modo scaricatevelo!!
la potenza della televisione è enorme sul opinione pubblica!
la violenza che c'è in giro per il mondo intorno lo stadio non lo potete nemmeno immagginare!!