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SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Crisi del distretto agro-ittico industriale? Perdita di competitività? Crollo del settore centrale dell’economia locale? Non tutti sono d’accordo e disfattisti. Anzi, tra operatori del settore e imprenditori cresce la tesi secondo cui solo le aziende a capitale “non indigeno” (come l’Arena e la Food Invest) siano in sofferenza, mentre le imprese medio piccole a capitale locale sono riuscite ad adattarsi con flessibilità al fenomeno della globalizzazione e della moneta unica.
Di seguito proponiamo la bozza di programma del “Comitato per lo sviluppo dell’agro-ittica nel Piceno”: comitato che si sta formando spontaneamente tra gli operatori del settore. «Il settore soffre di una mancata strategia di consolidamento e sviluppo ormai perdurante da molti anni» si legge, «ad oggi non si intravedono programmi che nel breve e medio periodo possano innescare una inversione di tendenza. La nostra frammentazione, la mancanza di unità degli operatori unita alla assenza di strategia complessiva da parte delle Amministrazioni pubbliche concorrono a creare le condizioni di una crisi settoriale».
Gli operatori sottolineano come, anche se i programmi di finanziamento comunitario per agricoltura e pesca siano in fase di attuazione, la nostra zona «non ha presentato una programmazione atta al loro pieno utilizzo».
Tra le linee programmatiche in fase di discussione, il Comitato propone: «La creazione di un Osservatorio per la raccolta dati sullo stato del settore e di monitoraggio costante dell’andamento produttivo e finanziario delle imprese; la sinergia anche organizzativa e di investimenti tra le varie imprese».
Punto centrale resta quello di arrivare ad un Piano strategico di settore, che possa prevedere un piano di investimenti finanziabili per l’ammodernamento degli impianti produttivi, la creazione di un marchio d’area e il suo lancio nei mercati italiani ed europei, investimenti per l’innovazione di prodotto e la certificazione, l’organizzazione di eventi fieristici che diano ricadute commerciali e promozionali oltre che accordi promozionali con i canali distributivi. Altre idee in fase di discussione riguardano un piano di investimento per una maggiore produzione primaria sia in campo agricolo che ittico con particolare riferimento alla difesa delle specie adriatiche oggi a rischio di estinzione.
Importante sarà anche la formazione dei dipendenti e l’istituzione di linee di credito dedicate appositamente alle aziende del settore.