SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Guido Ugolotti dopo la disfatta di Gallipoli è dovuto rientrare a Roma per risolvere importanti questioni familiari. L’allenatore rossoblu è in contatto telefonico con il direttore sportivo Maurizio Natali, in attesa di ricevere una chiamata dalla famiglia Tormenti.
Ancora incerto insomma il destino della Sambenedettese anche se a questo punto la conferma del tecnico nativo di Massa appare la cosa più improbabile. Ad ogni modo in giornata le parti si dovrebbero incontrare per stabilire il da farsi. La sensazione, niente più, è che la proprietà si aspetti le dimissioni di Ugolotti.
Intanto in mattinata il presidente Gianni Tormenti, che domenica, subito dopo la sconfitta maturata allo stadio Bianco di Gallipoli aveva preferito il silenzio, è tornato a parlare: «Aspettiamo di parlare con Ugolotti e Natali prima di prendere una decisione. Il contratto del mister? Tra persone serie un accordo si trova sempre. Se non ci sarà la possibilità di andare avanti con lui opteremo per una soluzione interna, con Piccioni (tecnico della formazione Berretti, ndr) o Chimenti (team manager, ndr). Un altro allenatore in pochi giorni non può prendere la decisione di venire a San Benedetto e comunque anche la proprietà vorrebbe eventualmente ponderare bene una decisione così delicata».
Quanto alla squadra, il presidente rossoblu ha detto: «Martedì, alla ripresa degli allenamenti voglio parlare con loro, per capire alcune cose: a Gallipoli ho avuto la brutta sensazione di una scollatura, con i giocatori da una parte e l’allenatore da un’altra. Il blocco degli stipendi? I ricatti non ci piacciono».
Infine l’ipotesi ritiro: «Finora non l’abbiamo presa in considerazione, ma se qui a San Benedetto non ci sarà la possibilità di lavorare serenamente dovremo per forza pensarci. Mi auguro che i tifosi mostrino buon senso e facciano lavorare i ragazzi. La contestazione nei confronti della mia famiglia? Ricevere offese non piace a nessuno, ma capisco che in un momento come questo ci può stare. Se ci renderemo conto di non essere più graditi prenderemo le nostre decisioni».