SAN BENEDETTO DEL TRONTO – «Se perdiamo a Gallipoli me ne vado». Così Guido Ugolotti all’indomani della sconfitta di Pistoia («abbiamo preso una bella “botta”») e a 48 ore dal prossimo impegno in casa dei salentini.
«Mi assumo le mie responsabilità, la squadra l’ho costruita io insieme ad altri (il riferimento è al direttore sportivo e alla società, ndr): se questa può essere una soluzione sono ben contento di prenderla. So quali solo le regole del calcio: l’allenatore è sempre il primo a pagare» ha poi proseguito il tecnico della Samb in una conferenza stampa durata quasi tre quarti d’ora.
Erano passate da poco le 12, Ugolotti doveva ancora chiudersi negli uffici della sede di Viale dello Sport – ci resterà un’ora e mezza, fino alle 15 – dunque non aveva parlato con la famiglia Tormenti. La “sparata” l’ha fatta davanti ai giornalisti, prima ancora di sapere cosa sarebbe venuto fuori dal confronto con la proprietà rossoblu.
Un modo per scuotere la squadra? Una provocazione nei confronti dei giocatori per metterli di fronte alle loro responsabilità? Può essere. Lo stesso tecnico rossoblu ha poi precisato: «Non voglio scappare se la barca affonda, non intendo evitare le difficoltà, ma se la squadra a Gallipoli non mi darà quelle risposte che mi attendo, sarò io stesso a dare la scossa. Siamo alla dodicesima giornata, se i risultati sono questi qualcuno deve pur prendersi delle responsabilità. Mi confronterò con la società e se riterrà che dovrò rimanere non mi tirerò certo indietro». Il quadro sembra chiaro: qualora la Samb non dovesse fare risultato nemmeno in Salento, Ugolotti sarà pronto a rassegnare le sue dimissioni, nonostante il contratto biennale firmato in estate.
«E’ l’ultima chance che mi concedo – ha continuato, scuro in volto, il tecnico rossoblu – ed è, se vogliamo, una sorta di prova d’appello che chiedo alla squadra: mi aspetto una prova d’orgoglio. C’è poco tempo, mi rendo conto che è difficile, ma dobbiamo cambiare atteggiamento, dobbiamo sbloccarci a livello psicologico. Il calcio insegna che basta poco per venire fuori da certe situazioni. A Pistoia abbiamo toccato il fondo, giocando malissimo, limitandoci al compitino. Per un allenatore è davvero imbarazzante commentare una sconfitta come quella di ieri».
Tanto che al termine della partita il tecnico nativo di Massa ha preferito non presentarsi nella sala stampa dello stadio Melani: «Di questo vi chiedo scusa, ma ero troppo amareggiato e deluso per parlare».
Poi una dichiarazione che potrebbe aprire una spaccatura – o forse è la conferma che sia già in atto – nel rapporto tra lo stesso allenatore rossoblu e la squadra: «Le ho provate tutte, ma sono i giocatori ad andare in campo, determinate cose le ho già fatte notare, ripeto spesso certi concetti, però poi sono loro che devono fare la prestazione. Dopo Pescara si era vista una certa crescita, giovedì abbiamo compiuto un grosso passo indietro, contro peraltro una squadra alla portata. Gruppo giovane? No, basta: alcuni di loro hanno già parecchia esperienza in questa categoria. Adesso serve la svolta, siamo a un punto di non ritorno: voglio una prova di carattere, dobbiamo dare la sensazione di credere in quello che facciamo. Ci credo ancora in questa squadra, la».
Ugolotti ne ha anche per i tifosi – oltre un centinaio – che giovedì sera hanno atteso il pullman della Samb di ritorno dalla trasferta di Pistoia: due bombe carta, fumogeni lanciati contro il pullman, urla e invettive contro tutti e tutto.
«Capisco la rabbia dei tifosi, hanno tutto il diritto di esternare i loro sentimenti. Dico solo che siamo in buonafede: possiamo sbagliare, è giusto venire contestati per la mancanza di risultati, ma non voglio sentire che non si dà tutto e non c’è il massimo impegno da parte nostra. Non è vero: soffriamo anche noi per questa situazione». Proviamo infine a chiedere a Ugolotti, magari maliziosamente, se qualcuno, all’interno dello spogliatoio, rema contro. La sua risposta è decisa: «No, me ne sarei già andato se me ne fossi accorto di una cosa del genere».
Ma allora qual è il problema di questa Samb?
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E NO UGOLOTTI! Tu non te ne puoi andare! La squadra l'hai voluta tu e adesso la devi cominciare a far girare. Il capitano è l'ultimo a scappare quando la nave affonda. Perchè tanto se arriva qualcun altro la musica non cambierebbe comunque.
Non è giusto che paghi solo Ugolotti, bisogna prendere subito un altra ds che inizi a definire il mercato di gennaio senza altre "scommesse".
Se poi il buget della società è quello che sappiamo non ci prendiamo in giro e rassegnamoci alla retrocessione.
SBAGLIATO: "se non vinco a Gallipoli me ne vado" era la frase giusta.
Pienamente daccordo con Lorenzo.
La situazione è difficile: indubbiamente a gennaio servono rinforzi. Se questi rinforzi li debba prendere Natali o un nuovo ds lo deciderà la società… Ugolotti è ormai anche lui a rischio, se manchiamo la vittoria anche nei prossimi due incontri (Gallipoli e Juve Stabia) inevitabilmente dovrà farsi da parte. Speriamo di no, perché l'anno scorso ci ha fatto vedere buone cose: quest'anno sta andando tutto malissimo, principalmente per colpa dei giocatori, ma anche lui non è esente da errori: una squadra che non tira quasi mai in porta come fa a vincere?
Ringrazio Raul per il sostegno… argomentando il mio precedente commento posso dire semplicemente che se vogliamo salvarci (per fortuna nulla è compromesso, non ancora) ci serve una rapida inversione di tendenza. I giocatori devono dimostrare, a partire da domenica, di essere all'altezza della Samb. Ormai non c'è altro da aggiungere…
Lasciamo da parte per favore questo maledetto modulo che fa schifo…preferisco perdere giocandomela tutti all'attacco che vedere 'sto pianto amaro! Perchè è stato abbandonato il 4-2-3-1? Persa per persa si potrebbe provare anche un 4-3-3 domenica prossima, tanto non abbiamo nulla da perdere. Ma per favore sputiamo l'anima in campo!
Ill collega Natalini a fine articolo si chiede quale è il problema della Samb. Ne propongo uno : la giusta motivazione. E faccio qualche esempio. Nel campionato 200472005 la squadra rossoblù senza stipendi, senza società, senza allenatore, preparatore atletico, mezzi di trasporto ecc, ecc, sostenuta dalla sola motivazione dettata dall'orgoglio riuscì ad evitare persino i play-out. Una certa Grecia, che non è certo patria di gloriose tradizioni calcistiche, vinse gli europei lasciando tutti a bocca aperta. Così come negli anni 90 la Danimarca, ripescata all'ultimo momento per l'esclusione dell'allora Jugoslavia, richiamò i suoi giocatori sparsi per diverse località turistiche ed… Leggi il resto »
Una piccola precisazione per Carmine: nel 2004-05 siamo andati ai play off con Ballardini in panchina. Nel 2005-2006 la squadra passò nelle mani di Soldini e si verificò la situazione che hai descritto ma la salvezza arrivò tramite i play out (contro il Lumezzane).
Ciò non toglie che la sostanza del tuo discorso è più che giusta… Abbiamo visto squadroni che senza essere motivati hanno rimediato sonore sconfitte. Abbiamo visto invece gruppi uniti raggiungere risultati insperati.
Si potrebbe provare anche con un attacco Alteri-Curiale, mi sa che insieme non hanno mai giocato… sempre meglio di Alteri-Olivieri!