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SAN BENEDETTO DEL TRONTO – L’emergenza stipendi per i lavoratori della Food Invest di Porto d’Ascoli è rientrata, dopo che la Nestlè è intervenuta per pagare mensilità da settembre a dicembre e tredicesima. La multinazionale svizzera ha agito anche con l’intento di non provocare una rottura di stock, in quanto dall’azienda di surgelati dovevano essere prodotti ancora 6 milioni e mezzo di pezzi.
Questo il commento del sindaco Gaspari: «Il gruppo Malavolta dovrebbe adoperarsi per il rinnovo del contratto con la Nestlè, in scadenza a dicembre, e per istituire da noi il tavolo centrale delle sue aziende. Se chiude la Food Invest va in crisi anche il settore della logistica del freddo. L’errore fatto finora da molte imprese è stato quello di cercare commesse solo per prodotti della fascia qualitativa medio-bassa, una parte di mercato dove c’è poco margine di reddito e si sgomita con molti concorrenti. La Nestlè di recente ha fatto la scelta di uscire gradualmente dal mercato dei vegetali surgelati, quindi andavano cercati altri partner».
Un ulteriore dato preoccupante riguarda le semine dei vegetali, che finora non sarebbero state richieste agli agricoltori. Se così fosse, in primavera si verificherebbe un’altra grave crisi per l’azienda del gruppo Malavolta, che si troverebbe senza le materie prime per la produzione.