FERMO – Si è conclusa venerdì con l’arresto di P.O., quarantanovenne di origini pescaresi da anni residente a Montottone – una delle indagini più complesse condotte negli ultimi anni dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Fermo. Già da mesi i militari avevano ipotizzato l’esistenza di un’organizzazione che nel giro di qualche anno è riuscita a truffare un piccolo esercito di risparmiatori, sino ad oggi quantificato in circa un centinaio di persone, impossessandosi di cifre ingenti, nell’ordine di circa 3 milioni di euro.
L’attenzione investigativa è iniziata circa un anno e mezzo fa, quando P.O., a bordo di un’autovettura, è stato fermato dalle Fiamme Gialle di Ponte Chiasso, che hanno rinvenuto alcune polizze assicurative “di seconda mano” (“Viatical life settlements”), non ammesse in Italia. Nel corso degli approfondimenti promossi per competenza territoriale dalla Compagnia di Fermo sono stati trovati anche centinaia di contratti atipici, per importi più o meno rilevanti, sottoscritti da diversi risparmiatori che, a volte anche per il tramite di altri intermediari finanziari, affidavano il loro denaro a P.O. per investimenti nella Borsa Svizzera; P.O. o chi per lui alle scadenze si impegnava poi a versare una somma corrispondente al capitale versato – garantita da un assegno scoperto tratto sul conto corrente della propria moglie – maggiorato degli interessi già promessi.

Contratti assolutamente irrituali e non legali, in quanto privi di ogni elemento fondamentale, per la tutela degli investitori e caratterizzati da un insieme di termini borsistici e finanziari, assemblati alla rinfusa, per certi versi anche grossolani.

Elementi che hanno destato sospetti, alzando il tiro investigativo sullo stesso soggetto, nodo centrale della maxi truffa.
Le prime conclusioni investigative venivano pertanto rapportate all’Autorità Giudiziaria di Fermo che apriva un procedimento penale per truffa aggravata, disponendo l’immediato sequestro di tutte le disponibilità bancarie del promotore finanziario e della moglie, per bloccare i raggiri e recuperare le somme dei risparmiatori.

Nel corso delle indagini è stato accertato che l’organizzazione capeggiata da P.O. allettava gli investitori con promesse di utili stratosferici che in molti casi avrebbero raggiunto addirittura il 20% su base trimestrale o quadrimestrale.
Alla scadenza dei contratti, i rappresentanti del sodalizio criminale si presentavano dai loro clienti per corrispondergli subito solamente gli interessi maturati e a nessuno dei risparmiatori è mai venuto in mente di disinvestire il capitale impegnato.

La solerzia di questo primo pagamento era uno specchietto per le allodole, che convinceva gli investitori a reinvestire anche gli interessi nel “magico prodotto finanziario” che fino a quel momento aveva garantito rendimenti così elevati.
I clienti soddisfatti poi fungevano anche da veicolo pubblicitario per l’organizzazione, che reperiva quindi sempre nuove vittime, il cui apporto finanziario consentiva di far fronte alle eventuali emergenze, come le sporadiche richieste di rientro dei capitali da parte di qualche investitore.

Le ingenti somme raccolte dall’associazione criminale sparivano nel frattempo verso destinazioni ignote – oggi ancora sconosciute – mentre gli ignari truffati rimanevano convinti – ed alcuni, molto probabilmente, lo sono ancora oggi – di avere a disposizione un cospicuo capitale, sapientemente incrementato attraverso “oculati” investimenti.

L’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Fermo Ugo Vitali Rosati su richiesta del Sostituto Procuratore Raffaele Iannella è stata eseguita nel primo pomeriggio di venerdì dagli stessi militari della Compagnia di Fermo che hanno condotto passo passo le articolate indagini.
Oltre alla truffa aggravata in concorso a P.O. sono stati contestati anche i reati di abusiva attività di raccolta del risparmio e di abusivismo.
Una parte degli ulteriori componenti del sodalizio truffaldino è stata già individuata; si tratta di tre uomini (L.G., F.P. e B.O.) e di una donna (V.L., moglie di P.O.) – tutti originari, residenti ed operanti in zone comprese tra Porto Sant’Elpidio, Fermo e Porto San Giorgio – denunciati a piede libero alla Procura della Repubblica di Fermo per truffa aggravata in concorso e abusiva attività di raccolta del risparmio.
Sequestrati finora 9 conti correnti e 2 conti titoli con saldo attivo complessivo corrispondente a 33.502 euro; ma è sulle centinaia di dossier creditizi – parte già sequestrata e parte in corso di acquisizione – che ora puntano le Fiamme Gialle, per meglio inquadrare la vicenda.
Sono 93 le persone sino ad oggi già truffate e l’ammontare delle somme raccolte dal gruppo – la cui destinazione, come detto, non è stata ancora individuata – è quantificato, ad oggi, a poco meno di 3 milioni di euro.

Le indagini continuano sotto l’egida della Procura della Repubblica di Fermo e vengono ora rivolte, oltre che, ovviamente, verso l’individuazione dei siti ove sono confluiti i circa 3 milioni di euro, anche verso l’identificazione delle ulteriori potenziali persone che sono incappate nella truffa.

Chi potrà riconoscersi in una delle possibili vittime dell’associazione di truffatori potrà recarsi presso gli uffici della Compagnia della Guardia di Finanza di Fermo in Via Alberto Mario (0734.226198)