ASCOLI PICENO – «Superficialità, questa è la parola d’ordine di un certo modo di fare politica, sperando di acquisire qualche merito agli occhi degli studenti». Dura la risposta del presidente della Provincia Massimo Rossi all’invettiva di qualche giorno fa lanciata da Paolo Forlì, segretario provinciale del Nuovo Psi riguardo la mancata accensione dei riscaldamenti all’interno di alcune scuole del nostro territorio.
Il dibattito ha preso il via lunedì 22 ottobre quando «in un paese “civile” e “moderno”, quale dovrebbe essere il nostro – scrive Forlì – gli studenti sono stati costretti a rimanere al gelo durante le lezioni».

Le accuse dell’esponente del consigliere comunale sambenedettese sono rivolte soprattutto alla Provincia poiché «questa indecorosa situazione – prosegue Forlì – ha riguardato in special modo i plessi delle scuole superiori e delle università che sono di pertinenza provinciale».
Ma alle accuse di mancata tutela degli studenti e di mancata garanzia di un posto sicuro dove fare lezione, la risposta di Massimo Rossi non si fa attendere.
«Forlì ascolta le giuste voci degli studenti per il freddo nelle scuole superiori – replica il presidente della Provincia – ma non pensa di sentire la Provincia per capire come stanno le cose, non si preoccupa di informarsi su quando vengono firmate le ordinanze sindacali di anticipo dell’accensione del riscaldamento, senza le quali non è possibile far nulla, su quando vengono trasmesse alla Provincia».
Le insinuazioni fatte da Forlì proprio non vanno giù a Massimo Rossi, soprattutto quando viene toccato il tasto “piano triennale dell’edilizia scolastica” che, a detta dell’esponente del Nuovo Psi, «ha penalizzato il comprensorio sambenedettese, proprio quello ad averne maggiormente bisogno. Occorrerebbe essere meno avari negli investimenti all’istruzione».
Per il presidente della Provincia al contrario occorrerebbe essere più informati e non preferire come, a suo dire, ha fatto Forlì «quattro righe sulla stampa magari condite da sproloqui su società partecipate e dalla considerazione sui fondi per l’edilizia scolastica che non tengono conto degli equilibri dei territori, delle percentuali relative a popolazione, edifici, compartecipazioni dei Comuni».