SAN BENEDETTO DEL TRONTO – La dura lettera alla città della signora Gabriella Ruggieri, madre di un bimbo disabile, ha smosso la coscienza collettiva sul tema dell’assistenza didattica ai disabili nella scuola dell’obbligo. Portando alla luce una realtà dove i Comuni si impegnano per l’assistenza prestata dai loro assistenti sociali, mentre il Ministero della Pubblica Istruzione diminuisce le risorse per gli insegnanti di sostegno. In termini fastidiosamente ragionieristici, «taglia il totale di ore settimanale».
Che il Comune esca bene dalla risposta alla protesta, almeno dal punto di vista dei dati oggettivi, è sicuro: rispetto all’ultimo anno scolastico gli assistenti del Comune lavorano di più (583 ore settimanali contro le 540 del 2006) per un numero di bimbi disabili di poco maggiore (46 rispetto ai 43 del 2006). Ma questo impegno e la professionalità degli operatori sono sempre migliorabili, in un settore così delicato.
«Di fronte alla riduzione dei fondi ministeriali per le scuole, il Comune cerca di sopperire nella massima oggettività», risponde alle critiche l’assessore ai Servizi Sociali Loredana Emili. «Gli assistenti sociali della cooperativa Filo d’Arianna, pagati dal Comune, non possono certo svolgere il sostegno didattico degli insegnanti specializzati. Ma l’intero settore Servizi Sociali cerca di dirigere il loro lavoro senza dare adito a sospetti di discrezionalità, rispettando quelle regole necessarie quando si spende denaro pubblico, ma senza cadere nel burocraticismo che ci viene imputato».
Nella scuola Caselli, frequentata dal figlio della Ruggieri, di fronte ai tagli ministeriali per il sostegno didattico, il Comune ha cercato di alleviare l’emergenza aumentando se pur leggermente il monte ore degli assistenti sociali, che tra l’altro svolgono funzioni ben diverse dal sostegno degli insegnanti pagati dal Ministero.
Di fronte alle accuse della Ruggieri, rivolte a un presunto atteggiamento «privo di qualsivoglia professionalità» da parte di personale del Comune, il dirigente Giovanni Alleva risponde: «I Servizi Sociali a San Benedetto sono un’eccellenza, e lo dico dopo aver lavorato in molti Comuni. Si lavora con il cuore, cercando di accogliere ogni esigenza».