La notizia che l’ex imprenditore e titolare della Blooming, Alberto Panichi, è stato condannato a 5 anni per il grave reato di bancarotta fraudolenta non sembra aver meravigliato molto gli ambienti cittadini.
Anche quelli sportivi che conoscono molto bene l’ex industriale manufatturiero, sponsor della Samb Calcio e di altre squadre non calcistiche negli anni ottanta.
La notizia alla luce delle denunce fatte dal “condannato” alla Procura del tribunale ascolano, (secondo Panichi “poco serena” nei suoi confronti) apparirebbe clamorosa, non lo è perché negli ambienti giudiziari appariva quasi scontata e conseguente a fatti facilmente dimostrabili. Così è stato.
Ricordo uno stralcio della dichiarazione del procuratore capo Franco Ponticelli che riteneva strumentali le sue richieste: «La campagna denigratoria del predetto (Alberto Panichi ndr) posta in essere nei confronti di gran parte dei magistrati locali ben potrebbe essere un espediente per creare l’apparenza di un clima ostile nei suoi confronti e richiedere lo spostamento del procedimento a suo carico in diversa sede, con conseguente ulteriore ritardo nella definizione dello stesso».
Ora la condanna c’è stata, questa è la cosa che conta più di tutto il resto e dà ragione al dottor Ponticelli.
Tutte le attese dell’imprenditore sono state vanificate dalla sentenza o ci saranno altre tappe? Sembrerebbe di sì, a detta del Panichi, deciso ad andare in fondo, seppur prostrato dalla lunghezza delle procedure giudiziarie.
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