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SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Sul futuro dell’ospedale civile “Madonna del Soccorso” è guerra di parole. In attesa dei fatti. Il tema è semplice quanto complesso. Il sistema sanitario regionale non gode di buona salute, la Regione spende troppo e i servizi spesso sono problematici, almeno per quanto riguarda San Benedetto.

L’idea della Regione è quella dell’organizzazione su Area Vasta fra l’ospedale di Ascoli e quello rivierasco per ridurre i costi e razionalizzare le spese.

Da San Benedetto il direttore della zona Asur Giuseppe Petrone e l’assessore competente Loredana Emili sono benigni con queste ipotesi e dichiarano: «Nessuna riduzione di servizi al Madonna del Soccorso, che anzi migliorerà la sua vocazione verso la sanità d’Emergenza. Ci sarà una maggiore integrazione con Ascoli. Entrambi i poli manterranno servizi primari ed eccellenze». Evitare i “doppioni”, dunque, e promuovere una “messa in rete”. Come? Si vedrà fra qualche mese.

Proprio il primario del dipartimento di Emergenza Mario Narcisi ha dichiarato che il declassamento e l’impoverimento dell’ospedale di San Benedetto può essere invece una possibilità plausibile, se non si guarderanno bene le esigenze del territorio sambenedettese in termini di bacini d’utenza e casistiche di domanda sanitaria. Ma una fusione soft fra Ascoli e San Benedetto – escludendo beninteso il nuovo ospedale di vallata – potrebbe essere efficace se gestita equamente fra i due centri.

Le spiegazioni di Petrone e della Emili non convincono neanche un po’ Giorgio De Vecchis, consigliere comunale di An, firmatario di una mozione per la tutela del “Madonna del Soccorso”, accusatore su presunti “conflitti di interesse” a carico dell’assessore, dipendente dell’Asur.

«Dopo aver condiviso per anni le scelte scellerate della Regione che hanno portato al progressivo decadimento dell’offerta sanitaria locale, l’assessore Emili ora si affretta a tranquillizzarci. Nel momento delle scelte però taceva, eppure ora sembra bene informata. Ma forse aspettava l’autorizzazione dal direttore di Area Vasta Petrone per derogare ai doveri di fedeltà aziendale».