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SAN BENEDETTO DEL TRONTO – «Se si ama qualcuno o qualcosa nel momento del bisogno occorre aiutarlo. E non affossarlo»· Così Gianni Tormenti alla vigilia di Samb-Lucchese. Il presidente rossoblu parla a se stesso, ai tifosi, all’allenatore, alla squadra, insomma: a tutto l’ambiente.
«Stiamo attraversando un momento di difficoltà, è innegabile – spiega – ma è proprio per questo che dobbiamo remare tutti dalla stessa parte: bisogna stringere i denti e fare quadrato». Tanto che non occorre nemmeno rivolgergliela la fatidica domanda: «Mister Ugolotti non è assolutamente in discussione. Il suo destino non dipende dal risultato della partita di domani, ci mancherebbe. Abbiamo puntato decisi su di lui in estate, facendogli firmare un contratto biennale. Siamo convinti delle sue qualità e soprattutto confidiamo che riesca, assieme ai giocatori, a tirarsi fuori da questo momento di impasse. E’ vero che nella vita non si può mai dire mai, un litigio, una disparità di vedute, qualsiasi cosa, ma ora come ora siamo convintissimi del progetto tecnico che abbiamo sposato».
Vi manca ancora la vittoria: qual è il “male” di questa Samb?
«Sta soprattutto nella testa. Giochiamo con troppa tensione, facendoci condizionare dalla classifica. Patiamo l’ansia da risultato. Serve invece più calma e soprattutto convinzione nei mezzi a disposizione, perché il gruppo è favoloso e lo spogliatoi è ok: insomma, i presupposti per fare bene ci sono tutti».
In settimana si sono succeduti una serie di incontri tra lei, l’allenatore e il direttore sportivo? Di cosa avete parlato? E’ sintomo di un malessere?
«No. Ci si confronta per darsi delle risposte in merito ai problemi che si devono affrontare. Da parte nostra vuole essere un modo per stare vicino alla squadra e sostenerla moralmente. I guai fisici di alcuni giocatori? Si parla anche di quelli, ma non credo sia il caso di drammatizzare. Determinati contrattempi non hanno assillato la squadra in fase di preparazione e lo stanno facendo adesso. Ci può stare».
Prima la Lucchese, poi una serie di partite molto difficili. Ottobre è una sorta di mese verità per la Samb.
«Mi ripeto: dobbiamo lavorare con serenità e convinzione di poter dire la nostra contro chiunque. E’ chiaro che in questo momento di difficoltà non possiamo permetterci di commettere errori banali, dobbiamo invece prestare la massima attenzione. Io comunque sono fiducioso: in settimana ho visto i ragazzi lavorare con grande voglia e spirito di sacrificio».
Si torna al Riviera. L’ultima volta, contro il Sorrento, si sfogò per i fischi e le critiche che ricevette.
«Ribadisco che chi contesta civilmente ha tutto il diritto di farlo. Le critiche, quelle in buona fede, le accetto: chi paga e non è contento dello spettacolo a cui assiste è giusto che possa dimostrare la propria insoddisfazione o magari la sua rabbia. Tra l’altro in una situazione come la nostra ci può stare. Quello che però mi sento di dire è che il sottoscritto lavora in modo serio e con grande passione per la città e per un bene grande per la stessa come la Samb. Mi auguro che domani allo stadio vengano in tanti e che soprattutto coloro i quali decideranno di farlo ci faranno sentire il calore e il sostegno di cui la squadra ha bisogno».
Il Centro Sportivo Italiano investe nel calcio. Edio Costantini, presidente (sambenedettese) del Csi, intervistato ieri dal nostro giornale, ha detto: «Tutte le società possono aderire, Samb compresa».
«Non entro nel merito della questione – replica il presidente rossoblu – perché la conosco poco e comunque aspettiamo la presentazione del Progetto: se per la Samb aderire significherebbe trarne dei vantaggi, perché no. Mai dire mai. Se sono offeso perché Costantini non ne ha parlato prima a noi? Assolutamente no».